Pagina:Antonino Traina - Nuovo vocabolario siciliano-italiano.pdf/922

Da Wikisource.
SCU — 904 — SCU


parente: domandare scusa: se di cosa più grave domandar perdono. La scusa riguarda più propriamente l’imputazione del fallo, il perdono riguarda la remissione dell’offesa e della pena. || fari la scusa, addurre le ragioni che attenuano l’accusa o la colpa: far le scuse. || scusa, ragione non vera o dissimulazione del vero: pretesto, e riguarda il da fare, o il voler dare altro aspetto alla cosa. || cu la scusa di...: sotto il pretesto di..., con dissimulazione del vero motivo: o col pretesto di..., ossia con ragione non vera. || pigghiari la scusa di fari ecc.: torre cagione per fare. E si dice anche: pigghiari la scusa pri la ’ncagna.

Scusabbili. add. Da potersi scusare: scusabile. Sup. scusabbilissimu: scusabilissimo,

Scusabbilmenti. avv. In modo scusabile: scusabilmente.

Scusamentu. s. m. Lo scusare o scusarsi: scusamento.

Scusanza. s. f. Scusa: scusanza (A. V. ital.).

Scusari. v. a. Attenuare la scusa con ragioni addotte: scusare. || Quando altri ha commesso atto involontario di scortesia o simile dice: scusi, invece di quello infranciosato pardon (!). || scusati si è pocu! si dice quando si vede o si ode cosa eccessiva: scusate s’è poco! || rifl. a. Scusarsi. || Prov. cu’ nun è dumannatu e si scusa iddu propriu s’accusa, o cu’ si scusa senza essiri accusatu, manifesta lu so piccatu, o anco, cu si scusa spissu s’accusa: chi si scusa senza essere accusato, fa chiaro il suo peccato, o chi si scusa s’accusa. P. pass. scusatu: scusato.

Scusata. s. f. Scusazione: scusata (però Fanf. la registra qual V. ital. A.).

Scuscari. v. a. (Rocca). Spogliar dalle costole o foglie (cosca): sfogliare.

Scusciari. v. a. Guastare o slogar le cosce: scosciare. || a. e intr. Cadere o levar da cavallo: scavalcare. || rifl. a. Allargare smisuratamente le cosce in guisa quasi di slogarle: scosciarsi. P. pass. scusciatu: scosciato.

Scusciata. s. f. L’atto dello stendere e allargar le gambe: scosciata.

Scusciatedda. dim. Scosciatina.

Scuscinziatu. add. Senza coscienza: scoscenziato (Mort.).

Scuscisa. s. f. Luogo scosceso: scoscendimento, scoscio.

Scuscisu. add. Erto, ripido: scosceso.

Scusicedda. dim. di scusa: scuserella, scusella (in Firenze).

Scusimentu. s. m. Lo scucire.

Scùsiri. v. a. Contrario di cucire: scucire. || T. chir. Tagliare per lo lungo un enfiato, un tumore, cavandone la marcia, per poi saldarla. || Aprire, fendere, spaccare: sdrucire. || Dicesi del tagliare che fa il vomere la terra: ròmpere. || tagghiari e scusiri, met. V. furficïari al § 2. || nun è pezza chi si cusi e scusi, per dire che è una cosa stabile e indissolubile.

Scussicedda. dim. di scossa: scossetta.

Scussu. add. T. fab. Dicesi di strumento inservibile.

Scustamentu. s. m. Allontanamento: scostamento.

Scustari. v. a. Discostare: scostare. || rifl. a. Scostarsi. P. pass. scustatu: scostato (Pitrè).

Scustumatàggini. s. f. Scostumatezza: scostumataggine.

Scustumatamenti. avv. Contro il buon costume: scostumatamente.

Scustumatissimamenti. avv. sup. Scostumatissimamente.

Scustumatizza. s. f. Scostume: scostumatezza.

Scustumatu. add. Mal costumato, mal creato: scostumato. Sup. scustumatissimu: scostumatissimo.

Scustumatuni. accr. di scustumatu.

Scusutu. P. pass. di scusiri: scucito. || Sdrucito. || Rotto.

Scutari. Aferesi di ascutari V.

Scutarìa. V. scuderìa.

Scutedda. s. f. Vasetto che serve a contenere checchessia: ciòtola. || Piatto cupo: scodella (Jacopone: scudella). || Il sito dove si mettono le gabbie piene di ulive infrante, o di vinaccia per premerle sotto il torchio.

Scuteri. s. m. Quegli che serviva il cavaliere nelle bisogne delle armi; ora è un servidore, un familiare: scudiere.

Scuticeddu. dim. di scutu: scudetto.

Scutiddaru. s. m. Bacino di ferro con cui si lavano i cavalli. || V. lanciddaru. || Maestro da scodelle: scodellajo. || Tavola che si apparecchia per riporvi i piatti e l’altro vasellame della mensa: credenza.

Scutidduni. accr. di scutedda: ciotolone. || Scodella grande.

Scutidduzza. dim. di scutedda: ciotolina. || Scodelletta, scodellina, scodellino. || – di mari, T. bot. Spezie di giunco a foglie larghe a guisa di scudo: androsace.

Scutìggiu. s. f. Contesa.

Scutillinu. V. scutidduzza.

Scuttamentu. s. m. Lo scontare: sconto.

Scuttari. v. a. Diminuire o estinguer il debito compensando, contrappostovi cosa di valuta uguale: scontare. || Pagar il fio, aver la pena: scontare, espiare. || scuttarisilla, render il contraccambio, la pariglia, vendicarsi: ricattarsi. || scutta quannu isti a la taverna, modo prov. applicabile a chi paga il fio e sente il peso di tristi conseguenze: sconta! P. pass. scuttatu: scontato.

Scuttiari. V. sgattiari.

Scùttitu. s. m. Soddisfazione di cosa dovuta: sconto.

Scutu. s. m. Armatura difensiva che tenevano nella sinistra gli antichi guerrieri: scudo. || Quello dove son dipinte le armi di famiglia: scudo. || met. Difesa, riparo: scudo. || In marina è quel quadro con cornice nel quale è segnato il nome del bastimento: scudo. || Moneta pari a L. 5,10: scudo. || Prov. lu megghiu scutu è chiddu chi centu ti nni fa annavanzari, cioè quello bene impiegato.

Scutulamentu. s. m. Lo scuotere.

Scutulari. v. a. Muovere ed agitar checchessia violentemente: scuotere, scrollare. || Percuotere panni o altro con camato per levarne la polvere: battere, scamatare; e per estensione si dice del semplice: spolverare. || Battere, picchiare, tambussare: scotolare (Rigutini). || Bat-