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SCU — 905 — SDE


tere colla scotola il lino: scotolare. Da questa voce, che per se stessa sarebbe un freq. di scuotere, in Sicilia dilatando il senso ne nacque la nostra voce. || Per cutulari V. || scutulari lu saccu, dire senza ritegno ciò che uno sa: sciorre o scuoter il sacco. Può anco significare, esser pervenuto al termine, non aver più da fare o da dire: esser al fondo del sacco. || scutularisi: spolverarsi. || Detto delle bestie quando con certe mosse si cacciano le cose d’addosso: scrollarsi. || E detto de’ polli: spollinarsi. || scutularisilla o scutularisinni, fig., non volersi impacciare in alcun affare o apertamente o con pretesti: escirne, sbucciare o lavarsene le mani. || scutularisi unu ’na cavigghia, liberarsi da una briga.

Scutulata. s. f. Scossa: scrollata. || Spolverata. || Scamatata.

Scutulatedda. dim. Scrollatina ecc.

Scutulatina. V. scutulata.

Scutulatu. add. Da scrollare: scosso, scrollato. || Scamatato, spolverato. || Per sincero, franco: schietto.

Scutulatuna. accr. di scutulata.

Scutulatuni. accr. di scutulatu.

Scutulaturata. s. f. Colpo di scudiscio: scudisciata.

Scutulatureddu. dim. di scutulaturi.

Scutulaturi. s. m. Arnese composto di una bacchetta con in cima attaccati tanti fili di cimossa, e serve per ispolverare: scudiscio (a Firenze anzi chiamato: sculiscio), spolveraccio. || – di pinni, quel più gentile fatto di penne: pennacchio.

Scuvari. v. intr. L’uscire i pulcini dall’uovo: nascere, sgusciare. || L’aprirsi che fa l’uovo per dar fuori il pulcino: dischiudersi, scoppiare. || Detto dei bachi da seta o simili, forar il bozzolo ed uscirne fuori la farfalla: sfarfallare. Dicesi anco del non covare le uova, cioè quando son chiare e infeconde. || att. e fig. Scoprire, investigare: scovare. || scuvari lu pilu ’nta l’ovu, investigare, scovare le cose più minute. P. pass. scuvatu: nato, dischiuso. || Scovato.

Scuvata. V. ciuccata. || Il dischiudere: dischiusa. || Lo scovare: scovata.

Scuverta. V. scuperta e simili.

Scuvirchiari. v. a. Levar il coperchio: scoperchiare, scoverchiare. || Scoprire: scorare. || scupirchiari o scupirchiarisi la midudda, sfracellarsi la testa, spaccarsi il cranio. P. pass. scuvirchiatu: scoverchiato.

Scuvirtari. V. scupriri.

Scuvitta. V. scupitta.

Scuzzaina, Scuzzaira, Scuzzara. V. tartuca.

Scuzzariuni. add. Di certa qualità di pane. V. canigghiotu.

Scuzzera. V. tartuca.

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">Scuzzicari. v. a. Stoccar la crosta: scrostare. || Staccare qualche minuzzolo da alcun corpo: scalficcare.

Scuzzicateddu. dim. di scuzzicatu.

Scuzzicatu. add. Scrostato. || Menomato, sminuito: scalficcato. || sost. Il luogo dov’è sminuito.

Scuzzufaru. s. f. Voce di scherzo, si dice a ragazzuolo astuto, cattivello: birichino. || Piccolo di statura, vivace o presuntuoso: cazzabubbolo, cazzatello.

Scuzzulari. v. a. Torre o levar le coccole da un frutice: scoccolare. || Detto de’ poponi, corli al lor tempo. || Detto de’ fichi d’india, torre dalla pianta i primi fiori onde rinascano a fare una produzione più scrotina. Giuliani ha: scapare, per toglier il fiore, quasi esso fiore fosse un capo, noi dicendo scuzzulari da cozzu, accenniamo a una origine analoga a quella della voce toscana. || Nel giuoco vale vincer tutto al compagno: sbusare. || Si dice così anche il cavar le civaie dal loro baccello: sbaccellare, sgranare. || Torre la crosta: scrostare. || E detto di muro: scalcinare. || V. sfarinari. || Staccare qualche minuzzolo da un corpo: scalficcare, spilluzzicare || intr. Perder tutto interamente: sballare. || scuzzularisi, si dice di persona leziosamente delicata o fatta col fiato: esser sora sensitiva, o levarsi uno spicchio di croce, far le svenie, esser fatto di carne di chiocciola, esser di calza disfatta. Onde noi sogliamo dire nun mi tuccati ca mi scozzulu!

Scuzzulata. s. f. Lo scoccolare, lo scalficcare.

Scuzzulatu. add. Scoccolato, sbaccellato, scalcinato, spilluzzicato, scalficcato. || Detto di fichi d’india scrotini per industria.

Scuzzuliari. v. a. Staccar acino per acino dal grappolo d’uva: piluccare.

Scuzzulunatu. add. Senza cappello: in capelli.

Scuzzulusu. add. Che di tutto fa caso: casoso. || Che affetta modestia: modestioso. || Detto di cosa V. farinusu.

Scuzzunari. V. sguzzunari.

Sdari. v. intr. Scoppare, correr a tutta lena: dare per... Sdare hanno in Toscana (Fanf. Voc. d. u. Tosc.) per errare, dar fuori del segno, ed ha analogia col nostro. || fig. Cavarsi ogni capriccio senza ritegno: scorrer la cavallina. || Prender il moto con velocità: pigliar l’aire. || sdari pri li campagni: darla per le campagne, pigliar la corsa per le campagne. || att. Rompere: fiaccare. || Finire, terminare. || Distruggere. || Venire o ridurre in povertà: ammiserare. || nun putirisi sdari, non poter mancare, non poter finire, e simile. || nun putirisi sdari, detto di persona di grande statura, quasi non finisca mai; detto di altre cose, vale in gran quantità. || io nun la pozzu sdari sta minestra, non la posso mangiar tutta.

Sdatizzu. add. freq. di sdatu: fuggiasco.

Sdatu. add. di sdari: fuggito. || Terminato ecc. || Per fuggiasco.

Sdazziari. v. a. Detto di derrate, liberar dalle imposte o pagare il dazio perchè possan entrare in commercio: affrancare, sgabellare, sdaziare (l’ha solo l’Ugolini e se ne lava le mani).

Sdecenti. V. indecenti.

Sdèciri. v. intr. Non esser dicevole, sconvenirsi: disdirsi.

Sdegnamentu. s. m. Sdegnosità: sdegnamento.

Sdegnari. V. sdignari.

Sdegnu. s. m. Indegnazione, affetto che muove