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SEN — 911 — SEP


pre,cioè l’odore, la passata di essa. || Del gusto: sentire, p. e. questo vino sente di muffa. || Conoscere, intendere, accorgersi: sentire || Credere, riputare, esser di parere: sentire. Dante ... L’angoscia delle genti Che son quaggiù, nel viso mi dipinge Quella pietà che tu per tema senti; ed anco i Latini dissero: ita sentio, così l’intendo. || dari a sentiri, infinocchiare, aggirar alcuno: dar ad intendere, e darisi a sentiri, vale anche immaginarsi: darsi a intendere. || nun nni vuliri sentiri nenti, non voler nemmanco sentirne a parlare: non volerne sentir niente. || fari finta di nun sentiri: far il formicone da sorbo. || senti, per dire, ascoltami, fa così, o per chiamare alcuno: dà retta. || sintirila cu o comu unu, essere della sua stessa opinione: sentire o sentirla per alcuno. || Per accennare eccesso o abbondanza di cosa udibile, dicesi p. e. bisognava sentire come parlava ecc. || sentiri una cosa, una spisa e simile, sopportarla: sentire una spesa ecc. E si usa anche nel senso di esser in uggia, soffrir male, p. e. questa la mi pesa o mi è dura; averne dolore: passar l’anima. || sintirisi. rifl a. vale talvolta risentirsi: sentirsi. || Detto delle piante vale: muoversi. || Si riferisce anco alla sanità corporale: sentirsi. Onde sentirsi bene, non si sentir bene ecc. E si usa ass. come nel domandare, p. e. come ti senti? || sintirisi cosa: sentir molto di sè, tenersi da tanto. ||– di qualchi cosa, saperne: intendersene. || – cu’ unu: combriccolare. || – di fari qualchi cosa, averne volontà: sentirsi di fare una cosa, sentirsela, p. e. non me la sento di venir laggiù. Vale anche riputarsi idoneo, capace a fare. || si nun la finisci mi farò sentiri, suol dirsi per atto di minaccia: se non smetti mi farò intendere. || nun mi la sentu chista io, non la soffro: non la intendo questa poi ecc. || a sentiri ad iddu, dando ascolto o credendo alle sue parole: a sentir lui. || sintirisilla cu unu, esser d’accordo con lui: intendersela con alcuno. || dirila comu si senti, dire apertamente la sua opinione: dirla come s’intende. || sentiri pri li gargi comu li pisci, non intendere, non udire o non volere intendere. || io parru e io mi sentu, modo prov. quando si vorrebbe tacere un nome o un cenno chiaro di checchessia: m’intendo io nelle mie orazioni; ma detto p. e. iddu parra e iddu si senti, vale che non si spiega chiaro. || farisi sentiri o a sentiri, far parlar di sè, o anco gravare, minacciare fare in modo da farsi conoscere o temere. Giuliani ha: nella mia famiglia s’è fatta sentire la mano di Dio, e come forte! || ti fazzu sentiri li me’ manu, ti faccio provare se so picchiare: le mani... gliele avrei fatte sentire (Giuliani). || Prov. senti assai e parra picca: parla poco e ascolta assai, e giammai non fallirai. P. pass. sintutu: sentito.

Senturi. s. m. Indizio, avviso di qualche cosa: sentore.

Senza. prep. separativa che accenna mancanza: senza. || Oltre, non compreso, p. e. avere mille lire di stipendio, senza il patrimonio; costa cinque lire, senza il trasporto. || senz’autru, avv. Senza dubbio, assolutamente; senz’altro. E vale talora solamente: senza più. E per tosto, senza indugio: senz’altro. || senzacchì: senzachè. || senza mai, o senza mai Diu! che non succeda: Dio non voglia, tolga Dio! || fari senza: far senza.

Senzafocaddùmanu. s. m. pl. V. cirinu. Voce composta (G. Taranto).

Senzali. s. m. Mezzano di commercio, colui che s’intromette a conchiudere e cercar negozi: sensale; fem. sensala.

Senzalìa. s. f. La mercede dovuta al sensale: senserìa. || L’opera del sensale nel trattare e conchiudere: senserìa.

Senzibbili. V. sinzibbili.

Senzitiva. s. f. T. bot. Pianta americana, la quale alla minima sensazione si riserra: sensitiva. Mimosa pudica L.

Senzitivu. add. Che ha senso, di senso: sensitivo. || Di chi facilmente si commuove: sensitivo.

Sènziu. s. m. Facoltà di comprendere le cose e giudicarne secondo ragione: senso. || Intelletto: senso. || Opinione, parere: senso. || Passioni, affetti e movimenti qualunque dell’animo: senso. || Presentimento: senso. Onde lu senziu mi dici: un animo mi dice. || nisciricci lu senziu, impazzare: uscir di senso. || cu tutti li senzii di lu corpu, con tutta la forza dell’anima, con ogni potere. Vale anche attentamente: con ogni sentimento. || a senziu cuetu, a mente tranquilla. || a senziu meu, secondo me: a senso mio. || aviri lu sensiu a ddiddì, esser matto: aver il cervello in volta. || si mi sfirria lu senziu, se mi vien il ticchio: se mi gira, p. e. se mi gira, parto di nuovo coi Garibaldini.

Senzu. V. senziu. || Appetito, sensualità: senso. || Significato di una voce o frase: senso. || – comuni, quel tanto di senso che a quasi tutti gli uomini è dato: senso comune. || fari senzu, far impressione. || ’nta stu senzu: in questo rispetto, in questa direzione. Nel quale caso dire: in questo senso, secondo Tomm. è gallicismo. || senzu, T. med. Doglia che si risente di tanto in tanto in qualche parte stata travagliata da malattia.

Senzuali. add. Secondo il senso: sensuale. || Dedito ai piaceri del senso: sensuale. || Piacevole al senso del gusto: saporito. Sup. senzualissimu: sensualissimo.

Senzualità. s. f. Forza e stimolo del senso: sensualità. || Comprendimento per via dei sensi: sensualità. || Senso, assolutamente: sensualità.

Senzualmenti. avv. Con sensualità: sensualmente.

Separabbili. add. Atto a potersi separare: separabile.

Separamentu. s. m. L’atto del separare o separarsi: separamento.

Separari. v. a. Porre da parte, scostare oggetto da oggetto: separare. || rifl. a. Separarsi. P. pres. separanti: separante. P. pass. separatu: separato.

Separata. V. separazzioni.

Separatamenti. avv. Con separazione: separatamente. || Da sè, a sparte da: separatamente.

Separativu. add. Che ha potenza di separare: separativo.

Separatòriu, add. Separativo: separatòrio.