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SGU — 926 — SIC


Sgùrbia. s. f.Scarpello fatto a doccia: sgòrbia. || Sorta di stampo da stagnajo: stampo a staglio. || – a ga, a forma di A: sgorbia a forcella. || – a zinni: sgorbia a lancetta.

Sgurdirisi. V. stinnicchiarisi (contrario di ’ngurdu).

Sgurgari. v. intr. Lo sboccare, l’uscir fuori che fa l’acqua: sgorgare. || Scaturire, venir fuori in abbondanza: sgorgare.

Sgurnatàriu. s. m. Coloro che stanno al governo del maceratojo di lino.

Sgutta. V. scausa.

Sguttari. v. a. Contrario di turare: sturare. || Scalzar le viti. || Sgocciolare. || Per scuttari, nel Trapanese. || Cavar l’acqua da qualunque recipiente e renderlo asciutto: aggottare. P. pass. sguttatu: sturato, aggottato ecc.

Sguttiari. v. a. Dar la prima potagione alle viti: succìdere. || Per sguttari al § ultimo. P. pass. sguttiatu: succiso.

Sguttiaturi. verb. Chi aggotta, cioè chi cava l’acqua per asciugare checchessia; si dice specialmente nelle zolfaje.

Sguzzunari. v. a. Domare, ammaestrare i cavalli, o altre bestie: scozzonare. || met. Dirozzare alcuno, scaltrire: scozzonare. P. pass. sguzzunatu: scozzonato.

Sguzzuni. s. m. Colui che comincia a cavalcar un cavallo indomato per domarlo: scozzone.

. avv. Che afferma: . || Espressione di desiderio: si. || Veemenza di sdegno: . || Figura d’ironia: . || Forza di maraviglia: . || Per altresì, nondimeno: . || essiri in sì, trovarsi di buon umore per condiscendere, tollerare ecc.: esser in buona o in buona luna. || si, part. accompagnante un verbo, e delle volte sta pel pronome se: si. || Aggiunto al verbo per renderlo passivo, riflessivo: si || si per (Salom. da Lentini). || si cci, queste due particelle i Toscani sogliono invertirle e fare: ci si, p. e. non ci si va ecc. || Però in Jacopone evvi: dove ogni uomo si ci rabbuffa. || Prov. lu sì t’attacca, lu no ti sciogghi, è chiaro. || si, la settima nota musicale: si.

Siari. V. sciari. || Altra forma d’infinito del verbo essere, formato dal soggiuntivo: essere.

Siata. V. sciata.

Siàtica. s. f. T. med. Infiammazione di qualche parte di nervo o di membrana che cuopre il nervo ischiatico, e produce aspro dolore: sciàtica.

Sibbilla. s. f. Una delle dieci donne alle quali gli antichi attribuivano conoscenza del futuro, oggi vale indovina: sibilla.

Sibbillinu, add. Oscuro, da sibilla, misterioso: sibillino.

Sicarisilla. v. intr. pron. Fuggire: battersela (Gr. σιγωά: fuggire in silenzio).

Sicàriu. s. m. Chi uccide uomini a tradimento per altrui commissione: sicàrio. || Avaro. || Usuraio: strozzino.

Sicariuni. accr. di sicariu.

Sicarrara. s. f. Facitrice di sigari: sigaraja. || sicarrari e ’ncartaturi, libbiratinni signuri, prov. che mostra la poca stima in cui son tenute le sigaraie e le donne che in Sicilia vivono del mestiere di avvolgere in carta velina melarance, limoni ed altri agrumi da essere spediti all’Estero.

Sicarraru. s. m. Venditore di sigari: sigarajo.

Sicarreddu. dim. di sicarru: sigaretto. || Foggia di pasta, a Firenze detta: penne piccole.

Sicarru. s. m. Rotoletto di foglia di tabacco per fumare: sìgaro. || Foggia di pasta a Firenze detta: penne grosse.

Sicca. s. f. Luogo infra mare che per la poca acqua è pericoloso ai naviganti: secca. || V. suprassaltu, e si dice anco sicca di cori.

Siccabbili. add. Atto ad esser seccato: seccabile.

Siccacugghiuna. s. f. e m. Nojoso: scocciacoglioni.

Siccafrittuli. s. m. e f. Avaro, spilorcio: scorticapidocchi.

Siccàggini. s. f. Noja, fastidio: seccaggine.

Siccagnu. add. Quasi secco, aridito: secchiccio, seccaginoso, seccagno. || tussi siccagna V. in siccu, add.

Siccamentu. s. m. Il seccare: seccamento.

Siccanali. V. siccagnu.

Siccantarìa. V. siccaggini.

Siccanteddu. dim. di siccanti.

Siccanti. add. Nojoso, uggioso: seccatore.

Siccantuni. accr. di siccanti.

Siccantunazzu. pegg. di siccantuni.

Siccaredda. V. siccatura.

Siccari. v. a. Privar dell’umore, tor l’umido: seccare. || Per siddiari V. || intr. Divenir secco: seccare, e intr. pass. seccarsi, come dal prov. chi va lecca chi sta si secca. || V. insicchiri. P. pres. siccanti: seccante. P. pass. siccatu: seccato.

Siccarizzu. s. m. Tempo secco senza pioggia: seccareccio, secchereccio. || Scarsità. || add. Quasi secco: secchereccio.

Siccata. s. f. Il seccare: seccata.

Siccatedda. dim. Seccatina (V. participiu).

Siccateddu. dim. di siccatu.

Siccatura. s. f. Cosa o persona che secchi, che annoi: seccatura. || mittirisi a siccatura, importunare: por l’assedio.

Siccaturedda. dim. di siccatura.

Siccaturi. V. siccanti.

Siccaturuna. accr. di siccatura.

Siccazzumi. s. f. Alidore, aridità: seccareccia. || I rami che sono seccati sopra una pianta: seccajone, secchericcio. || Scarsità.

Sicchè. avv. Onde, di maniera che: sì che, sicchè.

Sicchia. V. zicca (Spat.).

Sicchiarìa. s. f. Luogo dov’è la zecca.

Sicchiettu. s. m. Piccola secchia, e s’intende quella onde si reca l’acqua benedetta: secchiolina.

Sicchissimu. V. in siccu.

Sicchiteddu. dim. di sicchiu: secchiolino.

Sicchiu. s. m. Vaso cupo di rame o altro con cui s’attinge l’acqua: secchia. || essiri lu catu cu lu sicchiu o lu sicchiu cu la corda, fig., di due persone che stanno sempre bene: esser pane e cacio. || Prov. nun va lu sicchiu senza la corda: senza il pastore non va la pecora, dicesi di cose di cui l’una discenda o vada sempre coll’altra.

Sicchizza. s. f. Qualità di ciò che è secco: secchezza. || Magrezza.