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Pagina:Antonino Traina - Nuovo vocabolario siciliano-italiano.pdf/948

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SIL — 930 — SIM


di cui si prepara la pania per pigliar gli uccelli: vischio, visco. Cordia mixa L.

Sìllabba. s. f. Aggregato di più lettere, dove si includa una vocale, o che si possa pronunziare con una sola emissione di fiato, o una sola vocale: sillaba. || a sillabba a sillabba, posto avv.: sillaba per sillaba.

Sillabbari. v. a. Profferir le sillabe, compitare le parole sillaba a sillaba: sillabare, sillabicare.

Sillabbàriu. s. m. Libro dove s’insegnano a sillabare i bambini: sillabario.

Silletta. V. siggetta al § 2.

Sillinu. s. m. Larga e grossa correggia che si pone sul dosso del cavallo e che scende ad attaccarsi alle stanghe della carrozza: sopraschiena.

Siloca. s. m. Quella polizzina in cui è così scritto, e si appicca dinanzi le case da affittarsi: appigionasi. || Per ischerzo il fracchi V. || putiri mettiri lu siloca a ’na banna, restar un luogo deserto, senza concorso.

Silva. s. f. Luogo folto di alberi, macchie ecc.: selva.

Silvestri. add. Di selva, selvatico: silvestre.

Silvestru. s. m. T. bot. Sorta di pianta: fichi datteri. Cordio mjxa L.

Silvicedda. dim. di silva: selvetta.

Silvusu. add. Pieno di selve: selvoso.

Sima. s. f. Segno. || Cicatrice. || Neo. (Gr. σημα: segno).

Simana. s. f. Spazio di sette giorni: settimana. || simana pri simana, ogni settimana (Dante ha: semana. Simeoni e Villani: semmana. Tigri ha: sermana).

Simanata. s. f. Lo spazio della settimana. || Il salario di chi ha lavorato nella settimana.

Simanatedda. dim. di simanata.

Simaneri. add. Della settimana, chi è incaricato di far checchessia durante la settimana: ebdomadario, settimanario, settimanale.

Simarrubba. s. f. T. bot. Albero americano, di cui la scorza giallastra è usata in medicina come tonico: simaruba. Quassia simaruba L.

Simbolicamenti. avv. In modo simbolico: simbolicamente.

Simbòlicu. add. Di o da simbolo: simbòlico.

Simbuliggiari. v. a. e intr. Significare con simboli: simboleggiàre.

Simbulu. s. m. Segno di cose morali mercè figura materiale: simbolo. || Per credu V.

Simenta. s. f. Seme: sementa. || Prov. finu a s. Andria li simenti su boni, fino a S. Andrea le semente sono buone.

Simenza. s. f. Sostanza nella quale è virtù generativa; de’ bruti, degli uomini: seme; dei vegetanti: sementa. || Ciò che si raccoglie per far il seme: semenza; onde si dice che le piante vanno in semenza. || Discendenza: semenza. Onde si dice: di tali uomini n’è sparsa la semenza, o non rimane semenza. || Semi di zucca salati e tostati, che si mangiano per passatempo: semenza. || – di pidocchi V. cabbarasi. || – di vermi V. corallina. || di la simenza, dicesi di persona o cosa ottima nel suo genere, e si suol prendere in mala parte. || Prov. S. Luca simenza minuta, cioè per Santo Luca si seminano le ortaglie e simili. || la simenza di lu figghiolu, pri s. Marcu si metti ’n cauru, il seme del figliuolo per San Marco si mette in caldo. || simenza rara, nun fa virgogna all’aria, ovvero, la simenza un pocu spana duna spichi a la viddana, bisogna seminare rado: del fitto non ne beccan le passere, e perchè le passere non ne becchino bisogna che non ne nasca, onde del fitto non ne nasce; o il grano rado non fa vergogna all’aja. || jetta simenza ca Diu ci penza, fa quel che sta in te, che del resto ci pensa la natura.

Simestri. V. semestri.

Sìmia. V. scìmia.

Simigghianti. add. Che simiglia: simigliante. || Simile. Sup. simigghiantissimu: simigliantissimo.

Simigghianza. s. f. Somiglianza, l’esser simile: simiglianza.

Simigghiari. V. assimigghiari.

Simigliari. e in certi altri paesi Simignari. V. assimigghiari.

Sìmili. add. Della medesima qualità: simile. || avv. Similmente: simile. Sup. similissimu: similissimo.

Simigna. V. simenza. Così a Noto (Pitrè).

Similimenti. V. similmenti.

Similitudini, Similitùtini. s. f. L’esser simile: similitudine. || Comparazione: similitudine. || a similitudini, posto avv., a somiglianza: a similitudine.

Similmenti. avv. In simil modo: similmente.

Siminari. v. a. Sparger seme sulla materia atta a produrre: seminare. || met. Spargere, divulgare: seminare. || Cader altrui checchessia da dosso, spargendosi o strascinandosi per terra: scanicare, p. e. guardalo da tutte le parti scanica stracci. || – discordia, zizzania ecc. metter discordia ecc.: seminar discordia, zizzania, scandali ecc. || – a fussuna: seminar a buchette. || – a pizzicuna, facendo delle fossette e seminandovi un pugno di biada. || – a filaru: seminar a filare. || Prov. chiddu chi si simina s’arricogghi, è chiaro. || siminari a lu ventu, durar fatica vana: seminar nella rena. || simina lu tirrenu si ti dici l’annata, se l’annata è buona bisogna seminare, che produce molto. || cu’ simina ’tra la vigna, nè meti nè vinnigna: chi vuol grano non beve vino. || cu’ simina guai (o carduna, o chiova, o spini) ricogghi malanni: chi mal semina, mal raccoglie. || cu’ nun simina nun arricogghi, o cu’ nun simina nè moddu nè duru, veni l’estati e si gratta lu culu, bisogna lavorare prima per aver poi: chi non semina non ricoglie. || cu’ mali ha siminatu, resta poviru e gabbatu: chi mal semina mal raccoglie. || cu’ simina pri santa Lucia nun porta frumentu pri la via, non ne raccoglie. || a sant’Andria lu bonu massaru siminatu avìa, || Toscani hanno: o molle o asciutto, per Santo Luca semina. P. pass. siminatu: seminato.

Siminariotu, Siminarista. s. m. Colui che è in educazione nel seminario: seminarista.

Siminariu. s. m. Luogo dove si tengon in educazione i giovinotti che si tiran su per preti: seminario. || Convitto. || – di liti, met. origine,