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SIM — 931 — SIN


occasione di liti, controversie: semenzajo di discordie.

Siminata. s. f. L’azione del seminare: seminatura.

Siminatu. s. m. Luogo dove è sparso su il seme: seminato. || Messe, frutto della semente: seminato. || nèsciri di lu siminatu, modo prov., prevaricare: uscir dal seminato.

Siminaturi. verb. m. Chi o che semina: seminatore.

Siminèriu. s. m. Seminatura: seminagione. || a simineriu, atto alla seminagione.

Siminèriu. add. Acconcio alla sementa: seminativo.

Simintina. arari a la simintina, far solchi così serrati che i porchetti rimangano stretti: arar alla minuta, minutare (Pal. Voc. Met.).

Siminzanti. s. f. Parola corrotta dal Lat. semen sanctum, ed è un medicamento vermifugo: seme santo, sementina.

Siminzaru. s. m. Che va vendendo la semenza tostata e salata. || Luogo dove si semina e dove nascono le piante che si debbono trapiantare: semenzajo. || Per siminzusu V.

Siminzata. s. f. Bevanda fatta con semi di popone pesti e stemperati, infusovi dello zucchero: semata (d’uso nell’alta Italia).

Siminzè. E un giuoco fanciullesco, che consiste nello indovinare in quale de’ due pugni chiusi è l’oggetto celato, e dicono siminzè, siminzè, nzerta unn’è: alè alè apponti dov’egli è (Forse è composto dalle voci si mi nzerti, ovvero è parola cercata per la cadenza).

Siminzedda. dim. di simenza: semolino. || Sorta di grano. || E in pl. è una sorta di pasta: semini.

Siminzeri. V. siminaturi.

Siminzina. s. f. Seme di un’erba asiatica (di Bantan) minuto, bislungo, di odore ingrato, di sapore amaro, e assai aromatico: semenzina.

Siminzusu. add. Fornito di molti semi: semuto.

Simitrìa, Simmetrìa. s. f. Ordine e proporzione di uguaglianza, somiglianza e corrispondenza: simmetrìa, simetria.

Simmètricu, add. Ordinato, disposto con simmetria: simmètrico.

Sìmmici. V. simplici. Idiotismo di S. Cataldo.

Sìmmula. V. simula e simili.

Simpatìa. s. f. Impulso ad amare, a veder di buon occhio, convenienza di genio tra due persone: simpatìa. || Conformità di qualità naturali rispetto a cose inanimate, omogeneità: simpatìa.

Simpàticu. add. Di simpatìa; che opera simpatìa: simpàtico.

Simpaticuliddu. dim. di simpaticu.

Simpaticunazzu. accr. di simpaticuni.

Simpaticuneddu. dim. di simpaticuni.

Simpaticuni. accr. di simpaticu.

Simpatizzari. v. intr. Aver simpatìa, o spirar simpatìa (Ugolini biasima la voce simpatizzare).

Sìmpica. Metatesi di sincupa V. || fari veniri la simpica, ristuccare.

Simpliceddu. dim. di simplici: semplicello.

Sìmplici. add. Senza misture, non composto: sèmplice. || Senza artifizio: semplice. || Non doppio, scempio: semplice. || Solo: semplice. || Inesperto, soro, senza malizia: semplice. || Nel pl. le erbe usate per medicamenti: semplice. || Prov. simplici comu l’acqua di li maccarruna, antifrasticamente per dire che uno è scaltrito; i Toscani hanno, in senso poco diverso: chiaro come l’acqua del maccheroni, cioè torbo. || la nfirmità d’amuri nun si pò sanari cu li simplici, l’amore non si sana colle medicine. Sup. simplicissimu: semplicissimo.

Simpliciazzu. pegg. di simplici.

Simplicimenti. avv. Con semplicità: semplicemente. || Assolutamente: semplicemente. || Solamente: semplicemente.

Simplicissimamenti . avv. sup. Semplicissimamente.

Simplicista. s. m. Quegli che conosce le qualità e le erbe medicinali, che le custodisce e le vende: semplicista.

Simplicità. s. f. Qualità e stato di ciò che è semplice: semplicità, semplicitade, semplicitate. || Inesperienza, contrario di accortezza: semplicità. || Azione o parola da semplice: semplicità. || Naturalezza, contrario di affettazione: semplicità. || Una spezie di virtù contraria alla malizia: semplicità.

Simpliciunazzu, accr. di simpliciuni.

Simpliciuneddu. dim. di simpliciuni.

Simpliciuni. accr. di simplici: semplicione.

Simplificari. v. a. Ridurre una cosa nella sua semplicità: semplificare.

Sìmula. s. m. Farina men fine che serve per fare le paste dal pastaio: semolino, semolella, semoletto.

Simulari. v. a. e intr. Mostrare il contrario di quel che si ha in pensiero, fingere: simulare. || Prov. noci cchiù l’amicizia simulata, ca la guerra scuperta, è chiaro.

Simularu. s. m. Colui che separa col vaglio fitto la crusca dal semolino, e anco chi vende il semolino.

Simulata. s. f. Vivanda di farina o semolino sciolto nell’acqua: paniccia (Salv. Romano). || Polenta.

Simuletta. s. f. Qualità di semolino più scadente, seconda specie della crusca: cruschello.

Simuliari. V. chiuviddiari.

Simuliata. s. f, Pioggia minuta: pioggerella.

Simuliatedda. dim. di simuliata.

Simulidda. dim. di simula.

Simultàniu. add. Contemporaneo: simultàneo (Mort.).

Simuluni. s. m. Crusca più minuta, che esce per la seconda stacciatura: cruschello, tritello.

Simulusu. add. Di semola, simile alla semola: semoloso. || Per sim. si dice di frutta la cui polpa sia molle, soave.

Simunìa. s. f. Mercatanzia delle cose sacre o spirituali: simonìa.

Simunìacu. add. Che fa simonìa: simoniaco.

Sina. V. sinu.

Sinacciola. V. cauliceddu.

Sinagoga. s. f. L’adunanza degli Ebrei sotto l’antica legge, e il loro tempio: sinagoga.

Sinapa, Sinapi. s. f. Pianta annua di stelo ramoso, striato, un po’ peloso; le foglie inferiori picciolate, pennate, scabre, grandi, ap-