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Nel pl. si fa sònura, e anticamente anche in italiano: sònora).

Sopiri. v. a. Indurre sopore, assopire: sopire. || met. Attutare, spegnere: sopire. P. pass. sopitu: sopito.

Soprusu. V. suprusu.

Sopuri. s. m. Il primo grado del sonno, nello stato di malattia però è sintomo di affezioni al cervello: sopore.

Sorari. V. saldari e seg.

Soraturi. V. saldaturi.

Sorba. V. zorba.

Sòrdidu. add. Schifo: sordido. || Avaro: sordido (Mort.).

Sordu. V. soldu.

Sorella. s. f. V. soru. || Monaca: sorella. E specialmente quella impiegata nelle opere servili del monastero: conversa.

Sorfa. V. solfa.

Sormontari. V. surmuntari.

Sorpassari. v. a. Passar sopra, sopravanzare: sorpassare.

Sorprènniri. V. surprènniri.

Sorrisu. s. m. Risetto, risino: sorriso.

Sorta. V. sorti: sorta.

Sorti. s. f. Fortuna, destino: sorte. || Condizione, stato, essere: sorte. || Capitale, fondo, danaro che produce una rendita: sorta. || a sorti, posto avv., a sorte, in sorte. || Prov. o sorti o morti, indica i due estremi in un cimento. || la sorti la reggi Diu, dunque poichè non tutti abbiamo sorte, così Dio usa particolarità e spesso favorendo anco i ribaldi... quante cose gli fan fare a questo Dio! || dammi sorti e jettami a mari, lo credo gua’. || megghiu nun avissi natu cu’ nun ha sorti, credo anco questo. || cci voli sorti macari a friiri l’ova, in tutto ci vuol sorte. || aviri cchiù sorti ca sennu, si dice di alcuni.

Sorti. s. f. Spezie, qualità: sorta, sorte. || Modo, forma, guisa: sorta. || di sorti chi..., in guisa che: di sorta che...

Sortilèggiu. s. m. Arte vana d’indovinar o deliberar checchessia per via di sorte (a che arrivano i pregiudizi...!): sortilegio.

Soru. s. f. Nome correlativo di femina tra i nati d’un medesimo padre o d’una medesima madre, o da entrambi i medesimi genitori: sorella, poeticamente suora. || Compagna, amica intrinseca: sorella. || Monaca: suora. E si usa aggettivamente preposto al nome di monaca, p. e., suor Patrocinio (che il diavolo l’abbia in gloria). || soru per sodu V. (Più vicino al Lat. Soror).

Sorva. V. zorba (a Catania).

Sorvegliari. v. a. Osservare ed aver cura che le cose vadano bene: sorvegliare (Fanf. Voci ecc. d. parlar fior.), Ugolini vorrebbe si dicesse invece: invigilare, sopraintendere.

Sorveglianza. s. f. L’atto e l’effetto del sorvegliare: sorveglianza, sopraintendenza.

Sorvegliaturi. verb. m. Chi per ufficio dee sorvegliare ai lavori o altro: sorvegliatore, sopraintendente.

Soscriviri. V. suttascriviri.

Sosì. Specie di colore per le lane, e le sete più carico di quello del rosso d’uovo, che ricavasi da una pianta americana detta ariana. Bixa orellana L.

Sosizza. s. f. Carne di maiale tritata e messa nelle budella del porco: salsiccia. || fari sasizza di ’na cosa, ridurla in minutissimi pezzi: far salsiccia di checchessia. || Detto di uomo, ucciderlo o malmenarlo: farne polpetta, affrittellarlo, tartassarlo. E fig., abusarne, farne ogni suo piacimento, strapazzarlo: farne alla palla. || sempri sosizza! mormorazione triviale di chi ama sempre novità, e si sdegna di qualunque replica. || cchiù sosizza e mancu addauru, prov. di facile intelligenza, cioè meno apparenza e più sostanza (Fr. saucisse).

Sosizzaru. s. m. Chi fa o vende salsiccia: salsicciajo.

Sosizzedda. dim. di sosizza: salsiccetta. || Altra specie di vivanda di carne ammaccata: braciuola ravvolta.

Sosizzuneddu. dim. di sosizzuni. || Dicesi per ischerzo a persona paffuta e grassa: gonfione.

Sosizzuni. s. m. Salsiccia grossa, stivata e salata tanto da durar molto conservata: salsiccione.

Sospettari. V. suspittari.

Sospettu. V. suspettu.

Sotari. V. satari.

Sotettu. dim. di sautu.

Sotuni. accr. di sautu.

Sotterràniu. V. suttirraniu.

Sou. Metatesi di suo: suo.

Sozzu. add. Sporco, brutto: sozzo. || V. sodu. || – di nuciddi, giuoco e arnese da giuocar a noccioli. || V. suzzi. || add. Massiccio (Muse Sicil.).

Sozzubbonu. Aggiunto di una spezie di qualità di pero.

Spacca. V. spaccazza || menza spacca, assicella fine.

Spacca-e-lassa. Millantatore, squarcione: spaccone.

Spacca-e-pisa (A. Dicesi del vendere un animale così come si sventra, senz’altro esame. Fig. vinniri a spacca-e-pisa, vale ingannare.

Spaccallassa. V. spacca-e-lassa.

Spaccamentu. s. m. L’atto dello spaccare: spaccamento.

Spaccamuntagni. s. m. Spaccone: spaccamontagne.

Spaccari. v. a. Rompere, aprire con violenza: spaccare; e più di fendere. || Per scuvari V. || – l’ura, lu minutu ecc. segnare appunto l’ora, il minuto, essere esatto: spaccar il minuto ecc. || – lu vugghiu, principiar a bollire: staccare, levar il bollore, esser a bollore.

Spaccata. s. f. L’azione dello spaccare: spaccata (V. participiu).

Spaccatedda. dim. di spaccata.

Spaccateddu. dim. di spaccatu.

Spaccatu. add. Da spaccare: spaccato. || occhiu spaccatu, grande, bello.

Spaccatu. s. m. T. arch. Disegno dello interiore di una fabbrica: spaccato.

Spaccatura. s. f. Lo spaccare: spaccatura.

Spaccazza. s. f. Apertura larga, violenta: spaccatura, spacco. Le più piccole: fesso, e più piccola ancora: fessura. || L’apertura de’ vestiti dove passa il collo, le braccia: sparato. Onde nella camicia abbiamo la spaccazza di