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lu pettu: sparato del petto; – di li manichi: sparato delle maniche ecc. || Rottura: fenditura. || – di la pinna, il taglio che ne divide la punta: spacco, fesso della penna.

Spaccazzedda. dim. di spaccazza: spacchettino, fessolino.

Spacchellassa. V. spacca-e-lassa.

Spacchiananelli. s. m. Uomo dappoco: baggèo (Biundi).

Spacchiarisi. v. intr. pron. Spargere il seme generativo: corrompersi, sborrarsi. P. pass. spacchiatu: corrotto, sborrato (Spacchiare in ital. significa godersela).

Spacchiata. s. f. Il corrompersi: sborrata.

Spacchimaria. s. f. Voce sudicia per dire: bagattella.

Spacchimiarisi. V. fissiarisi.

Spacchimi. s. f. Il seme generativo animale: sperma. || s. m. e f. Uomo sciocco e da nulla: baggiano, moccicone.

Spacciabbili. add. Atto a spacciarsi: spacciabile.

Spacciari. v. a. Esitare, smerciare: spacciare. || Divulgare: spacciare. || Vantare, volere far credere: spacciare.

Spacciatamenti. avv. (Salomone da Lentini). Presto: spacciatamente.

Spacciatu. add. Da spacciare: spacciato. || Spedito o sfidato da’ medici: spacciato. || fig. Disperato, che non ha rimedio al fatto suo: spacciato. || avv. Spacciatamente.

Spàcciu. s. m. Lo spacciare le merci: spaccio.

Spaccu. s. m. Spaccatura: spacco, fenditura.

Spaccunarìa, Spaccunata. s. f. Atto o parola di spaccone: spacconata.

Spaccunazzu. pegg. e accr. di spaccuni: spacconaccio (Tomm. D.).

Spaccuni. s. m. Millantatore, smargiasso: spaccone.

Spacinziamentu. s. m. Lo spazientirsi.

Spacinziarisi. v. intr. pron. Perder la pazienza: spazientirsi, spazientarsi.

Spacinziusu. add. Che non ha pazienza: impaziente.

Spàciri. V. spairi.

Spadda. s. f. Parte dietro del corpo dall’appiccatura del braccio al collo: spalla. || Dorso, schiena: spalla o meglio in pl. || Ajuto, sostegno: spalla. || Cima di un monte: spalla. || Lo smusso nella estremità del carattere da stampa, dov’è la lettera: spalla. || – di li viti, V. spadduzza. || – di la facchina: schienale. || vutari li spaddi, cedere o fuggire: dare, volgere o voltar le spalle. || apparari li spaddi, farsi battere, fig., umiliarsi, sottomettersi tacitamente. || arrunchiari o strincirisi li spaddi, scusarsi tacitamente o uniformarsi, rassegnarsi: stringersi nelle spalle; che si dice pure fari spaddi, come nel prov. bisogna fari spaddi comu l’asinu, bisogna aver pazienza. || jittarisi ’na cosa darreri li spaddi, metterla in non cale: gettarsi o buttarsi una cosa dietro alle spalle. || dari o fari spadda, dar appoggio: fare spalla, dare spalla (Buonarroti il giov.). E fig. soccorrere, spalleggiare: fare spalla. || a li spaddi o darreri li spaddi, dietro: alle spalle. || vinu di spadda, generoso, gagliardo. || pigghiarisi di spadda, V. spaddarisi. || a la spadda, allato a’ fianchi. || iri o stari a la spadda, esser uguale: andar di pari. || putiricci stari a la spadda, non esser inferiore: aver a’ fianchi uno. || Quando uno nel confessare i suoi anni, ne accusa molto meno, gli si dice: tanti pi spadda, p. e, uno dice ho 15 anni, l’altro gli risponde: sì, tu n’hai tanti e quelli della culla. || purtari ad unu supra li spaddi, fig., dargli tempo a far checchessia. || jisari li spaddi, mostrare di non sapere: fare spallucce. O mostrare di non curare, o non voler fare checchessia, alzar una spalla con isdegno: fare una spallucciata. || daricci la spadda a lu travagghiu, o simile, cominciare a operare, metterci ogni opera: metter le spalle ad una cosa. || mettiri cu li spaddi a lu muru, forzare, provocare, spingere: metter la cavezza alla gola, metter al punto o alle strette. || a li spaddi mei ecc., a carico mio, tuo ecc.: alle spalle, p. e. campar alle spalle di questo o di quello. || a spadda, sulle spalle: in ispalla. || Prov. supra li spaddi d’autru si tagghia largu, a spese altrui non si è avari: del cuojo d’altri si fanno corregge lunghe.

Spaddali. s. m. Sorta di suolo che è dalla parte delle spalle degli animali.

Spaddalora. s. f. Lista dello stesso panno che la camicia, la quale sulla spalla va dal collo all’attaccatura delle maniche: spalla della camicia. || Due liste destinate a passare su ciascuna spalla, e i due capi sono uniti alle corrispondenti parti della fascetta, lasciando così un’apertura per passarvi le braccia: spallacci (Car. Voc. Met.).

Spaddarisi. v. intr. pron. Il rappigliarsi delle spalle e perdendo il libero movimento di esse, dicesi delle bestie. || Guastarsi le spalle: spallarsi. || Per accarpari V.

Spaddata. s. f. Colpo dato colla spalla: spallata.

Spaddatedda. dim. di spaddata.

Spaddateddu. dim. di spaddatu.

Spaddatu. add. Dicesi delle bestie che abbiano lesioni alle spalle: spallato. || Detto di uomo sopraffatto da debiti, o altrimenti ridotto al verde: spallato.

Spaddatuna. accr. di spaddata.

Spaddazza. pegg. e accr. di spadda: spallaccia. || – di la cammisa, V. spaddalora. || spaddazzi, dicesi un malore che viene alle bestie da soma, che è una lesione alle spalle: spallato, sost.

Spaddazza. s. m. Chi protegge, spalleggia altrui. || Appoggio. || Bravo, sgherro.

Spaddera. s. f. Quell’asse o altro su cui si appoggiano le spalle in sedendo: spalliera. || Il paramento del luogo dove si appoggiano le spalle: spalliera. Onde spalliera dicesi a quella verzura fatta con arte che cuopre le mura degli orti. || Per celia, le spalle. || Riparo di ferro ne’ terrazzini, o lungo le scale: ringhiera.

Spaddetta. V. spallina.

Spaddiari. v. intr. Dicesi delle viti in rigoglio. || Dicesi de’ cavalli quando si scostano dal timone (M. Siciliano). || Titubare, raccomandarsi con gran sommessione: fare spallucce.

Spalliredda. dim. di spaddera: spallieretta.