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gli i passi, precludergli la via. Qui somiglierebbe nel senso allo stagliare italiano, che vale tagliare alla grossolana. P. pass. stagghiatu: ristagnato. || Terminato ecc.

Stagghiasangu. s. m. Sorta di pietra preziosa verde la quale rafferma il sangue.

Stagghiata. s. f. Opera, lavoro assegnato altrui determinatamente: còmpito. Onde dari, aviri, fari la stagghiata: dare, avere, fare o rendere il compito (Da stagliare, tagliar alla grossa; e staglio computo alla grossa. O dallo Sp. destajo: cottimo).

Stagghiatedda. dim. di stagghiata.

Stagghiateri. s. m. Colui che lavora a cottimo, cottimante (Sp. destajero).

Stagghiatuna. accr. di stagghiata.

Stàgghiu. s. m. Lavoro dato o pigliato a fare non a giornata, ma a prezzo fermo: còttimo. || pigghiari, dari o fari a lu stagghu: pigliare, dare, fare a cottimo, fare staglio. || parrari cu lu stagghiu, non alla distesa, ma a riprese. || fari ’na cosa cu lu stagghiu, a poco per volta, non seguitamente. Da staglio, computo alla grossa.

Staggiunari. V. staciunari.

Staggiuni. s. f. Nome comune a ciascuna delle quattro parti dell’anno: stagione. || Tempo in cui le cose sono nella loro perfezione: stagione. || Ora, momento: stagione. || Tempo semplicemente: stagione. || fora staggiuni, non opportuno: fuori stagione. || Prov. ogni fruttu voli la so staggiuni: ogni frutto vuol la sua stagione. || bona staggiuni, natali a lu suli e pasqua a lu fucuni, nell’inverno non fa male star al sole, nel principio di primavera sì, con pericolo di non passar bene l’estate, cioè di ammalarsi.

Stagnalora. s. f. Cartuccia da schioppo, fatta però di latta.

Stagnanti. add. Che stagna, che non corre: stagnante.

Stagnapadeddi. s. m. Colui che per mestiere va in giro acconciando padelle: acconciapadelle.

Stagnari. v. a. Coprire di stagno la superficie di checchessia: stagnare. || Dar l’invetriatura a’ vasi di terra: invetrare, invetriare. || intr. Fermarsi l’acqua senza scorrere, per mancanza di declivio: stagnare. || Cessare di versare, rasciugare: stagnare. || Tenere dell’acqua dentro un vaso di legno, acciocchè ingrossando turi ogni fessura: stagnare.

Stagnata. s. f. L’azione dello stagnare. || Vaso fatto di stagno o latta, che si adopera comunemente per uso di conservarvi olio: stagnata.

Stagnataru. s. m. Quegli che lavora di stagno, acconcia e vende stagni: stagnajo, stagnattajo.

Stagnatedda. dim. di stagnata: stagnatuzza. || fari lu mussu comu ’na stagnatedda, percuotere altrui il viso con pugni, sino a fare gocciolare sangue dalla bocca.

Stagnatu. add. Da stagnare: stagnato, invetriato. || met. Vale svergognato: sfacciato.

Stagnatura. s. f. L’atto e l’effetto dello stagnare: stagnatura.

Stagnolu. s. m. Foglia di stagno battuto: stagnuolo.

Stagnu. s. m. Metallo dattile, di un colore argenteo, più duro e più tenace del piombo, è il più fusibile e il più leggiero de’ metalli: stagno. ||Vasi o piatterìa di stagno: stagno. || Materia che si dà sopra i vasi di terra, e li rende lustri e impenetrabili all’umido: vetrina, invetriatura. || Ricettacolo d’acqua, che si ferma o muore in alcun luogo: stagno.

Stagnu. add. Ristagnato: stagno.

Stagnuni. accr. di stagnu: stagnone.

Staiddatu. V. nsainatu.

Stalintaggini. s. f. Svogliatezza: stalentaggine.

Stalintatu. add. Disadatto, svogliato: stalentato.

Stallami. s. m. Luogo dove si tengono bestie, p. e. stallami di voi: bovile. || – di pecuri: pecorile, ovile. || – di porci: porcile, stalluccio. || – di cavaddi: scuderia (An. Cat.).

Stallari. v. a. Situare in un luogo: collocare. P. pass. stallatu: collocato (da stallo: luogo dove si sta).

Stallàticu. s. m. Luogo dove s’albergano le bestie: stallaggio.

Stallu. s. m. Lo stare, dimorare, luogo dove si sta: stallo. || I sedili dove stanno i canonici: stallo. || stari a lu so stallu, non si muovere, star al suo posto.

Stalluni. V. stadduni. || Luogo dove si tengono gli stalloni per la monta. || V. stallami.

Stallunìa. V. staddunaggiu.

Stama. V. stami.

Stamali. s. m. Si chiama stamali di stragula: la pertica della treggia.

Stamatina. avv. Stamane, stamani, stamattina.

Stamentri. Voce composta e contratta, varrebbe quanto dire: ’nta stu mentri: nel mentre.

Stami. s. m. T. bot. Parte fecondante che costituisce nella pianta l’organo mascolino: stame.

Stamigna. s. f. Tela fatta di stame o di pel di capra per uso di colare: stamigna. || È anche una specie di saja usata in antico. || Rete da pesci, usata alla pesca vicino riva: rivale, vangajuola.

Stamili. V. stamali.

Staminetta. V. stamigna.

Stammeccu. s. m. Sorta di navilio: zambecco, stambecco.

Stampa. s. f. Arte colla quale, per via di caratteri mobili composti, mercè una specie di inchiostro passatovi su, s’imprime sulla carta: stampa. || Effigiamento, impressione: stampa. || Per sim., modello: stampa. || Specie di punsone da stagnaio: stampo. || Ogni buco del ferro del cavallo: stampo. || Imagine impressa sur un foglio per mezzo di acciaio, rame o legno inciso: stampa. || Macchia sulla pelle: chiazza. Per macchia in generale. || Quelle macchie di pelle bruciata che resta nelle cosce di chi tiene scaldino sotto: vacche. || Orma che lascia il cavallo in terra; che Villani disse: ferrata. || jiri ê stampi, esser pubblicato per le stampe: andare alle stampe. || cosa di jiri ê stampi, cosa singolare, originale. || essiri ’na stampa e du’ figuri, somigliarsi molto, esser anzi uguali: somigliarsi come due goccioli di acqua. || pirdirisi la stampa, esser unico: rompere la stampa. || stampa di loccu, di minchiuni, val quanto dire pezzo di...