Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/15

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apollonio rodio. v

senziale a componimenti di tal fatta, e l’elegia diventa elegante bensì, linda, armoniosa nella sua forma, ma senza movimento di passione, fredda, sopraccarica di erudizione mitologica, che opprime il lettore. Properzio presso i Romani ci mostra quale fosse l’elegia greca di questa età.

Sulla mancanza quasi assoluta di idealità poetica nei Greci dell’epoca alessandrina non si facevano punto illusione essi medesimi. I dotti di questo tempo ben sapevano che la fecondità d’altra volta era ormai cessata, che le nuove generazioni erano disadatte alle forme dell’arte antica, che nuove esigenze erano sorte, nuove vie si erano aperte al pensiero. Per questo appunto ogni loro diligenza era vòlta alla ricerca e allo studio degli antichi poeti; le opere loro erano amorosamente raccolte e commentate; se ne illustrava ogni parola e ogni frase, se ne dichiarava ogni concetto, se ne mostrava ogni lato. Non otteneva stima e considerazione chi non fosse addentro in questi studii; e il poeta che eccitato dalle Muse scioglieva un nuovo canto, imitava in esso gli antichi modelli, e quasi il facesse per semplice esercizio, e per vanità individuale, era più ambizioso di mostrare come avesse famigliari gli antichi, che desioso di gareggiare con loro. Più che della sua ispirazione, il poeta alessandrino andava superbo della sua coltura e dottrina, e a questa più ancor che a’ suoi versi chiedeva la fama che ambiva. Callimaco, il più elegante e armonioso poeta elegiaco di questa età, era nello stesso tempo il più grande erudito di Alessandria. Creato Direttore circa l’Olimpiade 130 (all’an. 260 avanti Gesù Cristo)