Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/214

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188 argonautica.

     Saltò fuori al cimento. In man si tolse
     1665Il lucido di bronzo elmo ricolmo
     De’ denti aguzzi, ed alle spalle il brando
     Sospese, e nuda ha la persona, a Marte
     Nelle forme simile e all’almo Apollo.
     Girò l’occhio su ’l campo, e il bronzeo vide
     1670Giogo de’ tauri, e col dental l’aratro
     Di saldo acciajo; indi avanzossi, e in terra
     Piantò dell’asta la ferrata punta,
     E il ripieno elmo ivi posò; poi mosse
     Con lo scudo proteso innanzi il passo,
     1675L’orme de’ tori investigando; ed ecco,
     Repente fuor da sotterranea buca,
     Ove l’orride stalle eran di fumo
     Fuliginoso in ogni parte involte,
     Quelle due fiere eruppero soffiando
     1680Vampe di foco. Ebber gli eroi spavento;
     Ma il pro’ Giasone incontro a lor piantossi
     Su gli allargati piè saldo qual rupe
     Che in mar sta immota agl’irrompenti flutti
     Nelle orrende tempeste. A sè dinanzi
     1685Parò lo scudo; e quei mugghiando a gara
     Vi cozzâr dentro con le forti corna;
     Ma nè un punto lo smossero. Conforme
     A ben costrutti mantici di cuojo
     Che alternando il soffiar nelle fornaci
     1690Fan più vivido il fuoco, e un cupo fremito
     Rombar s’ode, dal fondo uscendo il vento;
     Sì que’ feroci un rumoroso anelito