Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/223

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libro iv. 197

     Con tremor le servili opre s’avvia
     50A imprender sotto alla difficil mano
     D’aspra signora; e tale uscìa di casa
     La vergine amorosa. Innanzi a lei
     Della porta spontanëe le valve
     Si disserrâr retrocedendo al suono
     55Della magica voce; ed ella corse
     Nuda le piante per anguste vie,
     Con la manca avvolgendo in su le gote
     Fino alla fronte il peplo, e con la destra
     Su da terra tenendo alto e raccolto
     60Della tunica il lembo. Frettolosa
     Per oscura viuzza alle torrite
     Mura della città giunse tremante,
     E fuor n’uscì, nè la conobbe alcuna
     Delle guardie custodi, e le trascorse
     65Inavvertita. Era sua mente al tempio
     Quinci andar, chè ogni calle ne sapea,1
     Usa spesso aggirarsi in fra le tombe
     De’ morti corpi, ed ir cogliendo infeste,
     Come fan maghe donne, erbe e radici;
     70Ma di trepida tema il cuor nel petto
     Le palpitava. La Titania Luna,
     Spuntando allor dall’orizzonte, vide
     Il vagar dell’insana, e se ne piacque
     Intensamente, e fra sè stessa disse:

  1. Var ai v. 64-66. Delle guardie custodi, e inavvertita
    Le trapassò. Di quinci andarne al tempio

    Statuì; chè ogni calle ne sapea,