Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/244

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218 argonautica.

     Fieri leoni impetuosamente
     Nell’ovile irrompenti. A morte un solo
     Non ne fuggì, chè sulla torma tutta
     645Si slanciâr come fiamma a farne scempio,
     E anch’ei Giasone indi v’accorse, aita
     Portar bramando a quei che più d’aita
     Non avean d’uopo. Eran bensì di lui
     Desiderosi e tutti ad una insieme
     650Sedettero a tener savia consulta
     Su le vie del ritorno. Anco Medea
     V’ebbe suo loco; e primo allor fra tutti
     Queste parole proferì Pelêo:
Consiglio è mio, che mentre è notte ancora
     655Montiamo in nave, e con l’oprar de’ remi
     Facciam cammino in parte opposta a quella
     Ove stanno i nimici. Alla dimane
     Essi veggendo ogni avvenuta cosa,
     Non saran, credo, in un pensier concordi,
     660Che a inseguirne li spinga. Orbi del loro
     Duce e signor, n’andran divisi e spersi
     Per discordi pareri, e, spersi quelli,
     Facil fia del ritorno a noi la via.
Tanto diss’egli, ed approvaron tutti
     665Dell’Eácide il detto. In nave ascesi
     S’incurvâr sopra i remi, e non fêr posa
     Che all’Elèttride sacra isola giunti
     Fûr, che al fiume Eridáno è più vicina.
     I Colchi appena ebber la morte appresa
     670Del lor sire, volean correr per tutto,