Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/46

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20 argonautica.

     Ne ritorna alla Grecia. A te su l’ara
     Sacrificio farem di tanti tauri
     520Quanti di là ritorneremo; ed io
     Doni splendidi in copia a Delfo e a Delo
     Ti recherò. Da noi benigno intanto,
     O lungi-saettante, accogli questa
     Che t’offeriam, di vittime primizia
     525Al salir della nave. Or deh ch’io sciolga
     Le funi, o re, con non infausta sorte
     Per favor tuo! Spiri serena un’aura
     Che ne veleggi per le vie del Ponto!
Disse e devotamente il salso farro
     530Sparse. A’ due tauri il poderoso Anceo
     Ed Ercole accostârsi; e questi all’uno
     Diè con la clava in mezzo della fronte
     Tale un colpo, che a terra piombò morto
     Subitamente; Ancéo tagliò dell’altro
     535Con la ferrea bipenne i grossi nervi
     Del largo collo; e quel, sangue sgorgando,
     Stramazza, e batte con le corna il suolo.
     Tosto gli altri a sgozzarli ed a scuojarli
     Ed a scinderli in parti, e via tagliate
     540Le sacre cosce, e tutte avvolte in falde
     D’adipe doppie, in su le schegge ardenti
     Ad abbrostir le posero. Giasone
     Sparge le prette libagioni; e il vate
     Idmon gioisce in osservar di viva
     545Luce su l’ara lampeggiar la fiamma,
     E faustamente in bruni giri il fumo