Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/70

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44 argonautica.

Di là, vogando, del Melàno golfo
     N’andâr per le cupe onde, e quinci il lido1
     Avean de’ Traci, e sorgea quindi in faccia
     1180D’Imbro la terra; ed alla punta estrema
     Venìan del Chersoneso al sol cadente.
     Spirando allora agevol noto, al vento
     Dispiegaron le vele, e sì nell’alte
     Correnti entrâr dell’Atamantid’Elle;
     1185E dietro nel mattin l’Egeo lasciato,
     Nella notte solcâr l’onda rinchiusa
     Dalla spiaggia Retèa, tenendo a destra
     L’Idea contrada. E la Dardania riva
     Oltrepassando, spinsero la prora
     1190Verso Abido e Percote, e via l’arene
     Varcâr d’Abarni e Pitièa divina;
     E la notte, poggiando ed orzeggiando,2
     Ita innanzi la nave, alfin da’ cupi
     Bruni flutti uscì fuor dell’Ellesponto.
1195Alta nella Propòntide s’avanza
     Un’isola, che un istmo all’ubertoso
     Suol di Frigia congiunge. Ha doppia spiaggia
     Di buona rada ove l’Esepo ha foce;
     Evvi anche il monte, a cui degli Orsi nome
     1200Dan li presso abitanti, e stanza in quello
     Han selvaggi Terrigeni feroci,
     Meraviglia a veder, poi ch’è ciascuno

  1. Var. ai v. 1177-1178. Poi del Mélano golfo andâr vogando

    Via per l’acque profonde, e quinci il lido
  2. Var. al v. 1192. E nella notte poi poggiando, orzando,