Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/76

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50 argonautica.

     L’inganno irreparabile, funesto,
     Ambe le parti; e acerbo duolo assalse
     I Minii eroi, d’Enèo veggendo il figlio,
     Cizico innanzi a lor giacer travolto
     1345Nella polve e nel sangue. Ed essi insieme
     E il popol Dolïòn tre giorni interi
     Ne fêr corrotto, e si stracciâr le chiome;
     Tre volte, di brunite armi vestiti,
     Rigirandosi intorno alla sua tomba,
     1350Gli fêro onor funèbre, e giusta il rito
     Solenni ludi in quell’erboso campo
     Celebrâr, dove ancora il monumento
     Sorge, e i tardi nepoti anco il vedranno.
     Nè all’estinto marito sopravvisse
     1355Clite la moglie: essa all’orribil caso
     Altro ne aggiunse orribil più: si strinse
     D’un laccio il collo. Anco le Ninfe istesse
     Di que’ boschi ne piansero la morte;
     E quante allor dagli occhi alla meschina1
     1360Piovver lagrime a terra, in un raccolte
     Tutte l’han quelle dive, e fatto un fonte,
     Cui per onor dell’infelice sposa
     Nomano Clite. E fu quel dì, fra quanti
     Ne dà Giove, il più infausto a’ Dolïoni
     1365Uomini e donne, e non osò nessuno
     Pur cibarsi in quel dì; nè a lungo poi,

  1. Il Brunek, il Flanzini, il Beck e il Fawkes intendono delle lagrime sparse dalle Ninfe; ma il pronome οἱ è del singolare, e il verbo attivo χεῦαν può stare per medio. Vedi lo Scoliaste.