Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/100

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96 rassegna bibliografica

storia di Carlo V, e di Filippo II in genere, anche per quella delle relazioni dei medesimi, e maggiormente di quest’ultimo coi pontefici. L’autore dimostra quanto fosse occupato negli all’ari esteri il figlio di Carlo V, quale fosse l’attenzione con cui leggeva gli innumerevoli dispacci dei suoi ambasciatori ed agenti, su i cui margini notava le sue osservazioni, le quali, difficilissime a leggersi, svelano le sue idee e il vero scopo della sua politica assieme al suo modo di giudicare gli all’ari e di trattarli, abbracciando l’insieme ed entrando nei minuti particolari, sicché ai di lui inviati all’estero era giocoforza spiegare un’attività e vigilanza a tutta prova, e scrupolosa esattezza nelle loro scritture. La parte dall’ambasciatore spagnuolo presso la Santa Sede, Conte d’Olivares, poi viceré a Napoli e padre del celebre Conte-Duca, rappresentata a Roma, parte sulla quale di già avevansi tanti racconti e veri e falsi, solo dalle carte di Simancas risulta con perfetta chiarezza, ritrovandosi ivi l’intero di lui carteggio. Dopo i documenti spagnuoli sono di maggior rilievi» quei di Venezia e di Francia. Non tutti già ci riescono nuovi. Dei Veneziani avevansi le relazioni composte dagli ambasciatori tornati a casa, e non pochi dispacci. Tra i documenti francesi sono notissime le lettere del cardinale di Joyeuse, composte da quel D’Ossat, rivestito anch’esso della porpora cardinalizia pei meriti acquistati al tempo della concordia stabilita tra Arrigo IV e la Santa Sede. Ma il maggior numero delle carte e venete e francesi era ignoto. Del numero delle prime sono i dispacci di Alberto Badoer, Tommaso Contarini, Leonardo Donato, Vincenzo Gradenigo, Giovanni Gritti, Girolamo Lippomano; tra le seconde le lettere del Cardinale Luigi d’Este, fratello ad Alfonso ultimo duca di Ferrara, e protettore della corona francese prima di Joyeuse, e quelle del segretario di Stato d’Enrico III, il signore di Villeroi, Niccolò de Neufville, la cui vita presenta uno degli esempj, più tristi che rari, dei mutamenti di parte in quell’epoca della Lega. Fra gli altri archivj quello di Firenze ha contribuiti materiali molti ed importanti, trovandosi nel medesimo riuniti i documenti dei negozi ira la Santa Sede, e i granduchi Francesco e Ferdinando de’ Medici, di cui l’ultimo, essendo ancora cardinale, era uomo principalissimo nella