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110 rassegna bibliografica

proprio capo le prerogative. La morto accaduta nel 1584 del Duca d’Angiò, ultimo fratello superstite al re privo di prole, e il diritto ili successione ormai devoluto al re di Navarra li Ugonotti, furono i motivi che spinsero il partito della Lega a concludere nel castello di Joinville, il 10 gennaio 1585, un trattato con Filippo II, tra le cui stipulazioni erano L’esclusione dell’erede presuntivo della corona, il trasferimento del di lui diritto sullo zio Carlo cardinale di Borbone, e la strettissima alleanza con Spagna. La fazione era mutata in ribellione.

Subito dopo ebbe principio a Roma la guerra sostenuta dagli avversarj dell’onnipotenza spagnuola col partito di Filippo II, capitanato dal conte d’Olivares, e assistito dal cardinal di Sens, Niccolò Pelvè, uno dei più focosi aderenti alla Lega. Quantunque tutto dato all’interesse spagnuolo, Gregorio XIII sull’estremo della vita, sentiva scrupolo sentendosi richiedere dell’approvazione dell’alleanza di grandi vassalli con un sovrano estero, col procedere alle scomuniche contro il re di Navarra e il principe di Condè, ambidue tornati al calvinismo, abiurato al tempo dei massacri avvenuti sotto Carlo IX. Tutto ciò che da lui potè ottenersi, furono alcune parole indirizzate al Duca di Guisa per mezzo del cardinale di Sens, in lode del di lui zelo per la religione. Tale era lo stato di cose, allorchè accadde l’elezione di Sisto quinto. Egli senz’altro trovossi assediato dai belligeranti, il cardinale te e il marchese Pisani, soccorsi da Lorenzo Priuli oratore veneto, rivaleggiando d’attività coi loro avversarj. Privo di politica esperienza, ma guidato dal suo buon senso pratico, il papa non trovò difficoltà a riconoscere, che la Lega non poteva vincere se non coll’aiuto di Spagna, ma che, oltre alla somma avversione dalla Spagna ispirata ai Francesi e finanche a coloro che se ne servivano, l’aiuto spagnuolo prestato alla Lega avrebbe finito con spingere nel campo degli Ugonotti il re già vacillante e il grande partito moderato, rimasto fedele al legittimo sovrano, partito cattolico ed antispagnuolo. Sisto quinto subito si persuase, il benessere della Francia ed insieme il vantaggio della Chiesa non poter conseguirsi se non col porre un termine alla discordia tra i cattolici. Tale convinzione gli servì di regola;