Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/124

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120 rassegna bibliografica

templando e temporeggiando al cospetto dei nemici di Dio! E contro di me si lanciano accuse, perchè, trattando tutte queste cose quasiché fossero interessi miei propri, accorro verso V. S. come padre riverito ed amato, rappresentandolo, da buon figlio, gli obblighi e della S. V. e miei! Per la misericordia di Dio, dove nell’intero corso della mia vita ha potuto trovar motivo V. S. a pensare e a parlare di me come fa, e con qual diritto me lo scrive? Iddio sa, e il mondo vede, quale è stata mai sempre la mia venerazione per la Santa Sede, da cui niente potrà sviarmi, né anche il grave torto della S. V. a mio riguardo. Ma quanto è maggiore la mia devozione, tanto meno consentirò a lasciarla S. V. mancare ai doveri suoi culla Chiesa e con Iddio, il quale le ha dati i mezzi d’agire. A rischio d’importunare V. S. e di dispiacerle, insisterò perchè Ella metta mano all’opera. Ecco quel che desidero: se Ella non lo fa, mi dichiaro non colpevole dei mali che sono per risultarne. Lo scopo della mia protesta e della presente lettera si è il bene della Chiesa. Vedo il bisogno, eppur nulla si fa. Se la S. V. agisce conforme ai suoi doveri e alle sue ripetute offerte, l’assisterò da divoto figlio. Non ammetto il caso contrario, ricusando di credere che Iddio abbia dimenticata la Chiesa sua al punto di permettere, che essa venga abbandonata dal suo vicario».

Pochi documenti al pari di questa lettera dimostrano l’indole del re e la situazione momentanea. Non vennero già rotte le relazioni diplomatiche; ma dalla parte di Spagna rapidamente succedettero quelle manovre, le quali, se non giunsero ad intimidire il pontefice, pure ne avvelenarono il rimanente dei giorni. Di tal numero furono laminacela dell’Olivares di far presentare al Concistoro protesta legale contro la presenza in Roma dell’inviato di Enrico IV; la riunione di truppe spagnuole su i confini dello Stato romano; l’azione continua sul cardinale Gaetani, tutto preso nei lacci della Lega e degli Spagnuoli, nell’intento di vicolare, pel di lui procedere, la libertà del papa; finalmente la missione del Duca ’li Sessa, a fine di astringere, di concerto coll’Olivares, Sisto quinto a concludere l’alleanza, senza la quale il re non credeva poter conseguire lo scopo. D’altra parte si aveva la resistenza attiva e passiva del pontefice, gli sforzi suoi per