Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/462

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456 rassegna bibliografica

in sè qualità d’essere assolutamente rigettati. Però, come il Muratori e tanti altri dottissimi dettero fede al testamento di Federigo, sarà bene di credervi noi pure; e forse potranno anche esser vere le parole di Manfredi, che il padre morisse contrito e umiliato (non dice già assoluto e confessato); perchè, infine, nel milledugento, anche quelli che poco temevano Iddio, morendo, mostravano per lo più molta paura dell’inferno.

Ci sia permessa un’altra ed ultima osservazione, che cade su quel luogo di Matteo, dove si dice della rosa d’oro, donata dal Papa a Carlo d’Angiò, la domenica delle palme. Questo passo è al solito tacciato di falsità dal critico berlinese, il quale osserva che la rosa d’oro si soleva donare la quarta domenica di quaresima, detta Laetare, che appunto da quella consuetudine suol chiamarsi anche domenica della rosa. Qui il Minieri Riccio, volendo in qualche modo salvare lo Spinello dal preteso anacronismo, dice esser probabile che il copista, sciogliendo male le abbreviature dell’originale, abbia letto domenica de palmis, ove era scritto in albis. In questo caso è chiaro però che Minieri Riccio scriveva astrattamente, poichè confuse la domenica in albis con quella Laetare, che sono divise l’una dall’altra per lo spazio di quattro settimane1. In cambio, doveva dire che la rosa si benediceva regolarmente, è vero, nella quarta domenica, ma si donava anche in altri giorni; ed avrebbe alla occorrenza potuto trovare esempio di questo dono papale fatto il dì delle palme, ed autorità che alfermano essere quello il giorno consueto della funzione2. Ma le sviste di questa sorta son così facili,

  1. M. R., 133.
  2. Giovanni Sercambi nella Cronica di Lucca, dicendo delle azioni di Urbano VI, fermato in questa città nel 1386, scrive che «la Domenica di Lazaro, volendo il Papa observare quello che in tal giorno e consueto farsi, s cantando la Messa honorevolmente in Sancto Martino, come ebbe cantata la Messa, donò una rosa d’oro ad uno gran barone ambasciatore dell’imperatore». Cronica, ad anno. Mss. nell’Archivio di Stato in Lucca. È inutile aggiungere che la Domenica di Lazzaro è appunto quella delle Palme. Lo stesso autore, sotto l’anno 1408, racconta che il dono della rosa fu fatto egualmente in Lucca da Gregorio XII a Paolo Guinigi della medesima; ma questa volta dice che fu nella Domenica del pane ordeace, o de’ pani d’orzo, cioè Laetare. La terza ed ultima volta