Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/98

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94 rassegna bibliografica

coli, quantunque poi sia ora leggero ora menzognero riguardo a quell’immensa farragine d’aneddoti in gran parte apocrifi. Non si rintraccia idea politica in siffatto libro. «Già è qualche tempo (tali sono lo parole di questo poligrafo senza coscienza, quantunque non privo «li doti, e qualche volta divertente Don ostante la nausea causata dalla gonfia quanto fiacca dicitura, nella dedica della nuova edizione del 1693 a Giovan Guglielmo elettore Palatino, marito dell’ultima di casa Medici), già è qualche tempo che vado raccogliendo memorie col mezzo dei miei più particolari corrispondenti nell’ordine letterario, col disegno di dar l’ultima mano alla perfezione d’un’opera che riuscì di tanto applauso a tutti anche nascendo, e allora che mancava delle sue preziose sostanze, delle quali nasce ora arricchita. Certo è che se tanto piacere diede la lettura della mia prima Vita di Sisto, molto maggiore ne darà questa nuova, per portar seco i frutti più maturi del suo prezioso governo, avendo trovato i mezzi di raccorre notizie molto rare, che se ne stavano sepolte in diversi angoli di biblioteche».

Gregorio Leti1 non si è punto ingannato. Il suo Sisto quinto e rimasto vivo: non si è mai fatto vivo quello del P. Casimiro Tempesti francescano, il quale compose una nuova vita del papa verso la metà dello scorso secolo, epoca nella quale escirono varj pregevoli lavori intorno alla storia pontificia, coll’aiuto di molti materiali diplomatici ed altri; materiali numerosi quanto pregevoli, ma non già sufficienti nè sempre con bastante criterio adoperati. Il pubblico in grande non si è lasciato togliere il papa Sisto della leggenda aneddotica. Mentre nel 1852 si pubblicò a Magonza una vita del papa scritta da J. Lorentz sulle traccie del Leti, se ne ristampò l’opera nell’anno medesimo a Torino, qual parte di una Biblioteca popolare. «Questo libro (tale è la coraggiosa dichiarazione degli editori; è una storia aneddotica, e certamente non avvi l’uguale nella nostra letteratura per dare al lettore un’adeguata idea degli uomini, delle cose e delle idee correnti in quel secolo.


  1. Il Leti morì in Amsterdam nella primavera del 1701. Una di lui figlia divenne sotto-governante alla Corto di Berlino; essa è «la Letti» delle Memorie della Margravia di Baireuth, sorella di Federigo il Grande, la quale non ne giudica troppo bene.