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Pagina:Archivio storico italiano, VIII, 4, 1858.djvu/4

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4 lettere di giovanni de' medici

1518, 19 di novembre.


47.                     Maria Salviati de' Medici al medesimo.


Piovano charissimo. Io son stata cum Giovanni per sbrigare la cosa di Ruberto exhibitore presente, sperando terminare che si vadi innanzi, et che ci sia l’honor nostro et comodo del compagno. Ritrovolo in altra opinione, cioè che volo e sua dinari al più presto che si può; alias eie. II che mi è un coltello al cuore, e non di poca piaga e passione: donde nasca, lo lasso judicare a voi. Io mi son messa a tanti extremi per reducere la cosa a’ voti nostri, persuasa nondimeno da voi, non recusando qualsivoglia modi et termini ad comune satisfacione; et hora che remaniamo confusi et li amici nostri al tutto vituperati et dannificati, non vorrei più presto essere mai nata. Pertanto vi voglio pregare che vedendoci voi riparo alcuno, ci mettiate ambe due le mane; et per ultimo, mancandoci gli altri remedii, non manchiate di assumere in voi questa actione, intrando ne’ pedi di Giovanni, como più volte vi siate offerto, et conservando l’honore et comune utile et dessiderio; che vi prometto non potrei a questi dì ricevere maggior piacere. So non vi mancherà modi; et tutto sarà ad piena confusione de chi procura l’opposito. Della qual cosa non dirò altro, se non che pigliate in ciò quello opportuno et celere expediente che merita questo caso. Et Dio da male vi guardi. In Firenze, a dì xviiij di novembre 1518.

Vostra, Maria Med. de’ Salviati.       



1518, 11 di marzo1.


48.                La medesima a Giovanni de’ Medici, a Ferrara.


Consorte mio carissimo, salute ec. E’ non mi occorre dirvi altro, se non dirvi che voi non vi sturbiate di questo confino, ch’el Ducha l’à fato fare come egli ha voluto, et solamente per veder si voi state patiente, et dichie: Costui dichie che vole fare quelo che io voglio; io lo voglio vedere in questo comfino, che ognuno dichie et tenolo osserverà. El duca dichie che vole fare bugardo chi vi vole

  1. Al computo comune, 1519. È tutta autografa.