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di reggio di calabria 77

popoli. Mal va la barca senza remo. Ed è inutile che Dio mandi la farina, quando il diavolo toglie il sacco.

Queste conclusioni, meglio che altre, confessiamo ci sarebbero sembrate più vere e più proficue a trarre da una storia, ch’è parte di un’altra in cui tante miserie, tante mutazioni civili, tanti martòri per causa di libertà sono registrati. Forse esse erano in mente all’esimio autore, ma per non averle poste in luce (vuoi per un motivo, vuoi per un altro), ha l’opera sembianza di esser deficiente dell’attrattivo ed interesse necessari alla compiuta satisfazione di chi si fa a leggerla; e quindi di servire a curiosità esclusivamente municipale, senza quel cemento adatto a connetterla colla storia generale del Regno e con quella più generale d’Italia1. Non già che dell’una e dell’altra, qua e là, de’ piccoli sprazzi mancassero; ma, se mal non ci apponiamo, appaiono senza effetto di ammaestramento, e senza l’accompagnatura delle debite avvertenze per comprendere le relazioni tra municipio e nazione, tra municipio e stato.


XXI. Tutto ciò quanto a’ generali. Nel particolare poi è l’opera condotta con amore e diligenza; niente vi è trasandato di quanto possa satisfare alla naturale curiosità de’ Reggini. Le particolarità archeologiche, genealogiche, biografiche, storiche, topografiche, erudite, vi abbondano; ben distribuita vi è la materia; non inelegante la forma. Crediamo anzi di non fallare, affermando che, fra le poche storie municipali che abbiamo2, questa del Bolani può andare alla pari colle buone, ed alle ottime di poco resta inferiore. Della quale se la storia generale del Regno o d’Italia non

  1. Che se nel sommario da noi fatto coteste mende appariscono meno, ciò nasce dall’esserci ingegnati a mettere di preferenza in vista i pochi elementi generali e civili dell’opera, assommandoli in un sol conserto e tralasciando le particolarità di minore importanza.
  2. Come quella del Cavriolo per Brescia; del Bellafini e del Zanchi per Bergamo; del Finio per Crema; dello Scardeone per Padova; del Niccolio per Rovigo; del Bonifacio e del Burchelati per Treviso; del Rizzoni, del Corte, del Saraina per Verona; del Valeriano per Belluno; del Campi per Cremona; del Prisciani e del Giraldi per Ferrara; del Giovio, del Muralto, del Ballarini, del Cantù per Como; dell’Equicola per Mantova; del Rossi per Ravenna; del Sigonio, dell’Alberti, del Ghirardacci, del Bocchi per Bologna; del Chiarelli per Urbino; del Gioffredo per Nizza, dello Sciacca per Palermo; del Vivoli per Livorno, ec. ec.