Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/46

Da Wikisource.
42 delle antiche relazioni

L’istoria dei Veneti incomincia sotto il regno dei Goti: durante l’esarcato, di commerciale diventa politica, ed ai Veneti o Marittimi succedono i veri Veneziani. Allora incomincia quella istoria che tutta scaturisce dall’indole e dalla attività de’ cittadini; e nella quale gli stranieri non hanno che piccola parte, giacchè studiata o tentata in più modi, la storia di Venezia ritorna sempre quella dei Veneziani.

L’istoria municipale di Ravenna incomincia insieme a quella della maggior parte delle altre città italiane, cioè ne’ primi anni del secolo decimoterzo. Se non che essa ha sovra l’altre il vanto speciale d’avere un’altra storia anteriore a quella del suo Comune, una storia tutta grandezza, nella quale l’impero romano, il regno dei barbari, l’impero greco, la Chiesa cristiana, hanno molte gloriose memorie.

Questa è la sua storia ch’io chiamerò esterna perchè indipendente dal fatto de’ suoi cittadini; in essa la si vede metropoli del mondo romano ed ultimo asilo della civiltà latina, in essa si trova Teodorico imperare dalle sue mura a gran parte d’Europa, ed a lei rivolti gli sguardi e le speranze d’ogni gente civile.

E della sua grandezza furono autori i Romani, i quali ne’ più prosperi giorni della repubblica incominciarono a convenirvi ognor più frequenti allettati dalla particolare salubrità dell’aere, alla quale pure accenna Strabone e che attribuisce al rapido avvicendarsi delle maree1, accordandosi in ciò con Vitruvio che spiega ancora più diffusamente come per questo Ravenna, Altino ed Aquileja tuttochè prossime alle paludi incredibilem habent salubritatem2. E questo pareva tanto certo e per lo vigore e la bellezza degli abitanti tanto palese, che a Ravenna si vollero educati i gladiatori, perchè quivi potessero apparecchiare più abbondevoli quelle forze di cui doveano poi far mostra nel circo.

E così fra gli antichissimi Veneti, gente che in saluberrimo aere cresceva laboriosa e frugale, trovasi che abbondavano i vecchi di

  1. Lib. V, cap. II.
  2. De electione locorum salubrium et quae obsint salubritati et unde lumina capiantur. Lib. II, cap. IV.