Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/463

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rassegna bibliografica 169

di Francia; del quale abboccamento il Nunzio dà conto nella lettera del 22 settembre. Si legge in essa: «Il signor Bonouille, introduttore degli ambasciatori, pigliando occasione dal complimento ch’egli sapeva ch’io volevo fare con la signora principessa di Piemonte, prima che Sua Altezza paitisse di qua, mosse pratica questi giorni col signor principe di Piemonte, che volesse anche Sua Altezza trovarsi, come a caso, nella camera della principessa sua moglie, quand’io doveva andare a passare quest’ufficio; ovvero che ci entrasse mentre io stessi parlando con la principessa; affinchè, con tal congiuntura, potessi parimenti complire con esso signor principe. Ieri l’altro, adunque, andai a passar questo mio complimento con la medesima signora principessa; e mentre stavo ragionando con lei, venne il signor principe suo marito, insieme col signor principe Tommaso; ond’io, licenziato che mi fui da madama, andai subito alla volta degli stessi principi, e passai con le loro Altezze ancora il complimento che io doveva, E col signor principe di Piemonte, in particolare, mi trattenni in un assai lungo ragionamento, che fu tutto pieno di complimenti.... Nel ragionamento ch’io ebbi con Sua Altezza, ella diede qualche motto di scusa che non ci fossimo potuti veder prima, siccome feci anch’io, con quella destrezza che si conveniva»1. In quel lungo ragionamento, fra mezzo ai complimenti più sottili, parlarono di tutto, d’Italia, di Francia, d’Imperio, alla cui corona pareva mirasse Carlo Emanuele al momento della morte dell’imperator Mattia2; ma poco dipoi ne desisteva. Irrequieto, bensì, sempre bisognoso di far qualche cosa; e mutando parte, dal suo ambasciatore e dal principe suo figliuolo faceva allora proporre in Parigi come scrive il nunzio: «Che il duca di Savoia ha risoluto d’offerire dieci mila fanti e duemila cavalli pagati all’imperatore (Ferdinando II) nei suoi presenti bisogni; ma sotto due condizioni: l’una, che abbia a seguire matrimonio fra S. M. e una delle figlie di Sua Altezza; l’altra, che S. M. dia a Sua Altezza il titolo di re, e che a lei dia prima questo titolo che al Granduca di Toscana... Ri-

  1. Lett. 4890, del 22 settembre.
  2. Su questo veggansi, tra le altre, le lettere 1764, 1811, 1840.