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rassegna bibliografica |
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storia di Carlo V, e di Filippo II in genere, anche per
quella delle relazioni dei medesimi, e maggiormente di
quest’ultimo coi pontefici. L’autore dimostra quanto fosse occupato
negli all’ari esteri il figlio di Carlo V, quale fosse
l’attenzione con cui leggeva gli innumerevoli dispacci dei suoi
ambasciatori ed agenti, su i cui margini notava le sue osservazioni,
le quali, difficilissime a leggersi, svelano le sue
idee e il vero scopo della sua politica assieme al suo modo
di giudicare gli all’ari e di trattarli, abbracciando l’insieme
ed entrando nei minuti particolari, sicché ai di lui inviati
all’estero era giocoforza spiegare un’attività e vigilanza a
tutta prova, e scrupolosa esattezza nelle loro scritture. La
parte dall’ambasciatore spagnuolo presso la Santa Sede, Conte
d’Olivares, poi viceré a Napoli e padre del celebre Conte-Duca,
rappresentata a Roma, parte sulla quale di già avevansi tanti
racconti e veri e falsi, solo dalle carte di Simancas risulta
con perfetta chiarezza, ritrovandosi ivi l’intero di lui carteggio.
Dopo i documenti spagnuoli sono di maggior rilievi»
quei di Venezia e di Francia. Non tutti già ci riescono nuovi.
Dei Veneziani avevansi le relazioni composte dagli ambasciatori
tornati a casa, e non pochi dispacci. Tra i documenti
francesi sono notissime le lettere del cardinale di Joyeuse,
composte da quel D’Ossat, rivestito anch’esso della porpora
cardinalizia pei meriti acquistati al tempo della concordia
stabilita tra Arrigo IV e la Santa Sede. Ma il maggior numero
delle carte e venete e francesi era ignoto. Del numero
delle prime sono i dispacci di Alberto Badoer, Tommaso Contarini, Leonardo Donato, Vincenzo Gradenigo, Giovanni Gritti, Girolamo Lippomano; tra le seconde le lettere del Cardinale
Luigi d’Este, fratello ad Alfonso ultimo duca di Ferrara,
e protettore della corona francese prima di Joyeuse, e
quelle del segretario di Stato d’Enrico III, il signore di Villeroi, Niccolò de Neufville, la cui vita presenta uno degli
esempj, più tristi che rari, dei mutamenti di parte in quell’epoca
della Lega. Fra gli altri archivj quello di Firenze ha
contribuiti materiali molti ed importanti, trovandosi nel medesimo
riuniti i documenti dei negozi ira la Santa Sede, e
i granduchi Francesco e Ferdinando de’ Medici, di cui l’ultimo,
essendo ancora cardinale, era uomo principalissimo nella