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220 delle feste e dei giuochi

Repubblica e Saoli dall’altra parte, e questi stavano in atto di cacciarli le mosche. Sui quattro cauti stavano quattro alabardieri vestiti a bruno di baietta; otto assistevano alla porta puro vestiti similmente. Quattro sacerdoti claostrali assistettero sempre giorno e notte al corpo del defunto allato destro, con sedie, dandosi fra di loro la muta, ivi pregando e salmeggiando per la pace della sua anima. Così stette esposto tre giorni, ne’ quali furono celebrate mille messe in cappella, e fatte celebrare nei conventi per suffragio della medesima. La sera del venerdì fu condotto il cadavere privatamente in San Lorenzo1, et esposto sovra del catafalco. Era apparata la chiesa tutta di nero; il coro tutto di velluto nero con trine doro; simile era il baldacchino sopra l’altare. Il baldacchino però del Duce era di broccato, quello di monsignore Arcivescovo pavonazzo. Si portò il Maestro delle Cerimonie ad avvisare monsignor Arcivescovo della funzione, e si esibì pronto ad intervenirvi per onorare la memoria del defunto Duce, ch’era esposto sopra il catafalco alto da terra palmi 55, largo palmi 28 in quadro, con tre ordini di torchie, in tutto al numero di 168. Sovra del primo ordine, ne’ quattro canti, erano quattro vasi grandi con cipressi; al secondo v’erano solamente quattro colonne, e framezzo festoni con armi della Repubblica e Saoli; e nei quattro canti del terz’ordine vi erano le statue. Era riposto il cadavere sovra d’un broccato strato, che faceva bellissima mostra, elevato col capo verso l’altare, vestito col robbone rosso e berretta ducale; sopra del corpo in alto pendeva la corona ducale ad oro. Due paggi, vestiti a lutto con le bande-

  1. Secondo la Prammatica avrebbe dovuto esservi trasferito invece pubblicamente, con l’intervento degli inviati di Francia e di Spagna, e di quest'ultimo anzi in veste di corrotto. Ma si recava il contrario sempre per la comunicazione segreta, tuttavia esistente fra il Duomo ed il pubblico Palazzo, per ovviare alle contese di precedenza onde i ministri di quelle due Corti non mancavano mai di bisticciarsi poco decorosamente in ogni occasione di pubblica mostra.