Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/293

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rassegna bibliografica 289

«Quare et sacerdotio et uxoris dote et gentiliciis, hereditatibus multatus, diversarum partium habebatur; ut etiam discedere e medio, et, quamquam morbo quartanae aggravante, prope per singulas noctes commutare latebras, cogeretur, seque ab inquisitoribus pecunia redimere; donec per virgines Vestales, perque Mamercum Aemilium et Aurelium Cottam, propinquos et affines suos, veniam impetravit. Satis constat Sullam, quum deprecantibus amicissimis et ornatissimis viris aliquandiu denegasset, at illi pertinaciter contenderent, expugnatum tandem proclamasse, sive divinitus, sive aliqua conjectura: vincerent, ac sibi haberent, dummodo scirent, cura, quem incolumen tanto opere cuperent, quandoque optimatium partibus, quas secum simul defendissent, exitio futurum; nam Caesaris multos Marios inesse».

P. Del Rosso. «Perchè privato dell’offizio sacerdotale, e della dote della moglie, e della eredità che da quelli della sua casata gli perveniva, era tenuto della fazione contraria; di maniera ch’e’ fu costretto partirsi da Roma, e quasi notte per notte, quantunque la febbre quartana lo aggravasse, andarsi nascondendo e mutando luogo. Fu ancora costretto a riscattarsi con danari da’ ministri di Silla, che l’andavano cercando, per fino a tanto che, per l’intercessione delle vergini Vestali e di Mamerco Emilio e di Aurelio Cotta suoi parenti, gli fu perdonato. È manifesto che Silla, nel pregare che gli facevano gli amici suoi, uomini preclari ed eccellenti, stette un pezzo alla dura; e, perseverando di fargli di ciò instanza, che alla fine vinto da tante preghiere e’ gridò, o per volontà divina, o per quello ch’egli di Cesare faceva coniettura: «Abbiatela vinta, e toglietevelo; purchè voi sappiate, che costui, il quale con tanta instanza desiderate di salvare, è per essere un di la rovina della parte de’ nobili, la quale meco insieme avete difesa; che in Cesare sono molti Marii».

Prof. Buggiani. «Per lo che privato del sacerdozio, della dote e dell’eredità gentilizie, e tenuto del partito contrario, fu forzato a tôrsi della città, e partire, comechè malato di febbre quartana, e mutare quasi ad ogni notte ricovero, e liberarsi con denaro da quei che lo perseguitavano; finchè per intercessione delle Vestali, e di Emilio Mamerco e Aurelio Cotta parenti e affini suoi, ottenne perdono. Gli è noto come Silla, suppli-