Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/417

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fra venezia e ravenna 411

gravio, mentre egli era Legato in Germania, grande spavento gli prese di cader nelle mani di Corrado figlio dell’imperadore Federigo. Comandò che per più giorni la sua stanza non fosse aperta o corse ad un convento di francescani: palesatosi al’guardiano, gl’ingiunse di non parlare ad alcuno se non in sua presenza e non mai in tedesco ma sempre in latino. E preso l’abito di francescano ed aggiuntisi tre frati per compagni, cercava come uscire dalla città, ma trovando chiuse le porte rimaneva incerto di quel che dovesse fare, quando vide un grosso cane che strisciandosi per terra passò di sotto la porta: volle allora tentare il simigliante ma per la grossezza del ventre non poteva uscire, se non che il guardiano tanto durò a spingerlo innanzi a pedate che alla perfine passò. E capitato insieme ai tre frati ad una città vicina, andò al convento de’ francescani: il guardiano dimandò chi si fossero e d’onde venissero. Allora uno de’ compagni che solo sapeva il segreto, rispose: questi sono grandi lombardi, usate loro cortesia che tanto è più pregievole quanto è usata a sconosciuti. – E sedendo lietamente a mensa nella foresteria insieme al guardiano ed a dieci frati del luogo, parve al Legato di essere oramai al sicuro e fe’ cenno al compagno che prima avea parlato, che lo palesasse.

E quegli: sapete voi, disse, chi sia costui? Egli è il Legato del Papa; questo infino ad ora ignorano i miei compagni medesimi, e ve l’ho condotto perchè il Langravio è morto e qui non è a temere di Corrado. Allora tutti i frati incominciarono a tremare «siccome un giunco scosso nell’acqua» ma il Legato «non temete, disse, poiché foste cortesi meco. Sempre ho amato l’ordine del beato Francesco e sempre lo amerò maggiormente.» E si pensava di favorirlo quando, come sperava, fosse un giorno salito al pontificato.

[Come anelasse al pontificato] E questo suo ambizioso pensiero dette molto palesemente a conoscere in occasione della morte di Urbano IV.