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del nome « napoleone » 115

chiamare soprattutto dalle persone della famiglia. Ora, siccome, pur troppo, il sentimento che ebbe a predominare in passato (lasciamo stare il presente!) tra le popolazioni confinanti, fu sempre quello di un tal quale disprezzo, ne viene che le designazioni abbiano una forte tendenza a prendere un colorito dispregiativo: tendenza che darebbe luogo ad effetti ben maggiori, se contro l’uso straniero non lottasse pertinace l’indigeno, che alla ragione del numero oppone il gran fattore di una fermezza, continuità, uniformità ben maggiore. E all’uso indigeno bisogna che anche i forestieri si pieghino, quando son costretti, come avvien per esempio in molti fatti della vita pubblica, a parlare in modo amichevole e sereno. Però il nome trionfa molto spesso sul nomignolo. Ma altre volte bisogna che esso lo lasci pur sussistere accanto a sè, e in non pochi casi gli ceda il campo, non altrimenti da quel che avvenga per i soprannomi personali; sennonchè allora avvien poi che il nomignolo finisca per spuntarsi, e perda la sua significazione maligna.

Questa, s’io non m’inganno, non è ancora venuta a mancare nei derivati francesi in -ichon, quali Berrichon, Bourbonnichon, Nivernichon; e persiste di sicuro in certi nostri in -atto, come Cajolatt, Malencatt, datimi da quel territorio stesso che mi ha fornito Montagnone. Invece non si sente più in Chioggiotto, Varesotto, nei quali tuttavia è da supporre indubbiamente in origine. E neppure si sospetterebbe in molti, di cui non mi faccio a parlare, e per non divagar troppo, e per non avventurarmi a discorrere prima di aver ben ponderato le cose. Non tacerò tuttavia che se tra i derivati in -ino non pochi son da ritenere immuni affatto da ogni tinta satirica, così non è a dire, secondo me, di quelli che furon dedotti con un -ino diminutivo, o che venne ad essere percepito come tale. Tra il diminutivo e il dispregiativo i legami son stretti; sono diminutivi-dispregiativi l’-atto e l’-ichon detti dianzi; ed è bene di qui che ripetono il loro sapore speciale crispino, nicoterino, cairolino, e così via.

Orbene: è precisamente un dispregiativo ch’io vedo anche nel Napolione. S’egli è cosi, riesce ben naturale che fuori dell’uso onomastico non appaia nelle scritture. Ma la conoscenza di questo Napolione dispregiativo, in cambio di un semplice ravvicinamento etimologico congetturale, può ben essere la ragione che portò a scrivere Neapolio ecc. i primi almeno che ebbero ad introdurre cotale grafia. Un significato dispregiativo e satirico è spiccatamente caratteristico per gl’infiniti nomi latini del tipo nostro1. In la-

  1. Questa è una delle idee cardinali che escono dimostrate dal libro già allegato del Fisch.