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il libro di antonio billi 303

della Cattedrale, e che morì ai 16 gennaio 1570. Non solo egli era diligente raccoglitore di manoscritti e codici antichi che alla sua morte legò alla libreria Laurenziana, ma anche autore di molte prose e rime (1).

Il codice Petrei, ed in ispecie quella sua parte che contiene le notizie artistiche (fol. 38.v-51.v), era già conosciuto dal Baldinucci. A due riprese, nella Vita di Nanni di Banco e del Verrocchio egli ne adduce l’autorità, citandolo parola per parola ed indicando così il numero del manoscritto, come il foglio della citazione, ambidue corrispondenti perfettamente al nostro codice (2). Nella letteratura storico-artistica moderna venne, per la prima volta, messo a profitto dal prof. Semper, che da esso pubblicò la biografia di Donatello e qualche altro passo (3). Fu rammentato poi, incidentalmente dai proff. Ianitschek (4) e Frey (5). Il primo vi scorge, oltre l’attinger a altre fonti, in primo luogo la conoscenza da parte del suo compilatore delle Vite del Vasari; il secondo ci vede una copia trascurata e perciò poco esatta del nostro Codice Strozziano;

  1. Per più particolari intorno a lui vedi Cianfogni-Moreni, Memorie storiche dell’Ambrosiana R. Basilica di S. Lorenzo di Firenze. Ivi 1804-16, t. I, pag. 241.
  2. Vedi Baldinucci, Delle notizie di Professori ecc. Firenze, 1767-71, t. III, pag. 106 e t. IV, pag. 25. Nel secondo luogo l’autore ricorda pure un altro «manoscritto antichissimo contenente più vite di pittori, scultori e architetti, quasi de’ tempi dello scrittore di quelli,» esistente nella stessa libreria. Benchè egli non ne indichi il numero, pure dalla citazione che ne fa ci fu dato di ravvisare in esso quel codice segnato n.o 932 della Strozziana, che, secondo l’asserzione del Moreni (Bibliografia della Toscana, Firenze, 1805, vol. II, pag. 418), contiene le vite degli artefici fiorentini da Cimabue al Verrocchio scritte da Giov. Batt. Gelli. Il presente possessore di questo manoscritto, il ch. Girolamo Mancini, bibliotecario della Comunale di Cortona, ebbe la cortesia - e gliene rinnoviamo qui le più sentite grazie - di comunicarci il passo corrispondente a quello citato dal Baldinucci. Dalla quale comunicazione abbiamo potuto desumere ch’egli si accorda più strettamente col testo del Codice Gelliano, che con quello di qualsiasi altro dei Codici da noi conosciuti, cioè del Gaddiano, Strozziano e Petrei.
  3. Vedi Semper, Donatello seine Zeit und Schule. Vienna, 1875, pag. 243 e 306.
  4. Vedi Repertorium, für Kunstwissenschaft, e Die Gesellschaft der Renaissance in Italien und die Kunst. Stoccarda. 1879, pag. 105, nota 42.
  5. Vedi Frey, Vita di Lorenzo Ghiberti con i Commentari di esso e con aggiunte e note. Berlino 1886, pag. 115.