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il libro di antonio billi 355

testo, aggiunge l’indicazione del soggetto rappresentato, cioè una Natività. L’opera sembra perduta (l. c. p. 29).

(169) Intorno alle vicende di questa impresa, oltre quanto ne hanno scritto gli annotatori del Vasari (l. c. p. 33) vedi pure: E. Bonnafé, Sabba Castiglione, Notes sur la curiosité italienne à la Renaissance nella Gazette des Beaux-Arts, Anno 1884, t. II, p. 19 segg.

(170) Non si può dubitare che il disegno in discorso sia il celebre cartone conservato nella R. Accademia delle Belle Arti di Londra, benchè la descrizione fattane dal Vasari in un particolare non corrisponda a esso.

(171) Abbiamo qui uno dei più grossi spropositi del nostro copista: per causa della solita sua fretta nel copiar l’originale egli crea un nuovo artista! Ma per chiarir lo sbaglio, e per eliminar l’invenzione del Petrei, basta confrontare il suo testo con quello dell’Anonimo Gaddiano. Difatti in questo leggiamo quanto segue: “Fece per dipingere nella sala grande del consiglio del palazzo di Firenze il cartone della guerra de’ fiorentini quando ruppono Niccholo Piccinino capitano del Duca di Milano Filippo a Anghiari, il quale commincio a mettere in opera in detto luogo„ ec.

(172) L’autore ripete qui quello che aveva già detto più indietro riguardo al Cenacolo di S. Maria delle Grazie.





Notizie sugli artefici fiorentini

contenute nel Cod. magliabechiano XXV, 636 (Cod. Strozziano).


|fo. 73r] PITTORI.


Cimabue, 1200
Giotto, 1230
Giottino discepolo di detto Giotto
Taddeo Gaddi, 1290
Agnolo suo figliuolo
Gaddo
Stephano detto lo Scimmia, 1330
Buonamico detto Buffalmacco, 1340
Andrea di Cione detto l’Orcagnia, 1350
Giovannino da s.to Stephano a ponte, 1360
Maso fiorentino
Gherardo detto lo Starnina, 1390
El Bicci, 1410
Masaccio, 1420
Masolino
Frate Lorenzo negli Agnoli, 1420