Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/155

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di voi. E ben lo prediceva l’antivedere del gran Giovanni. Quante volte mi disse egli che sareste un di quel che non può esser altri? Né gli dolse meno il lasciarlo, che faceste sotto Milano, per andare dove la guerra vi chiamava, che dolesse a voi il lasciar lui dove la paura de l’essercito il riteneva. Ora io ringrazio Cristo che cosi sia come è. Ma piacciavi, poiché Cosimo, per esser giovane, non sa quel ch’io mi fussi giá, né forse quel ch’io mi sono ora, di far si ch’egli sappia ciò che io fui con suo padre e quel ch’io sono col mondo.

Di Venezia, il 5 di maggio 1537.

CXXIV

AL CONTE DI SAN SECONDO

Ringrazia del dono di calze e maniche, accenna ai suoi amori, e si raccomanda a Cosimo de’ Medici. lo ho ricevuto, signore, per mano di messer Girolamo Garimbcrto, mio piú che fratello, le calze e le maniche vaghe, come io le voleva. Veramente tutte le cose che escono da voi tengono ne la qualitá loro de le bellezze del vostro animo. E credamisi pure che, ne l’etá ch’io mi trovo, Amore fa di me ciò che non ardi fare in quella che giá mi trovava. Ma io l’ho caro, perché, mentre sto ne’ suoi trastulli, non mi ricordo de la vecchiaia. Certo gli spassi amorosi sono i giardini de la vita, la quale tanto è giovane quanto di quegli si gode; e chi stesse innamorato del continuo, potria dire: — Io son visso sempre di venticinque anni. — Come si sia, di cosi nobil dono vi ringrazio, e al nome vostro debbo cotal debito; e, avendo fino a qui indugiato a farlo, ha ritardato la mano e non la volontá, bramosa di poter mostrarvi come siate sculto in mezzo de la vertu mia. Né ci son fraude ne le parole ch’io dico, anzi affezzione e obligo; e cosi voglio e cosi debbo. E aiutimi Iddio, come tengo per fermo che per me sia risuscitato l’immortai P, Aretino, Lettere • i. 10