Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/156

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fratello de la vostra madre, poich’io sento d’esservi caro. Onde so che pigliarete la mia protezzione con 1 * Eccellenza di Cosimo, del qual séte cugino, con dirle che faccia aspettare a chi comincia la servitú, e non a chi la fornisce. Io cambio ormai il pelo, onde l’indugio mi è ingiuria, perché, doppo i suoi di, niuno spera piú. Ma, se l’ha fatto l’imperadore perché noi debbe fare chi regna col suo favore?

Di Venezia, il io di maggio 1537.

CXXV

A MESSER PAOLO PIETRASANTA

Onde venga il desiderio d’imparare. Egli aviene a la mia ignoranza, saputo uomo, vantata da la vostra dottrina come a un vile lodato per coraggioso, il quale resta scornato da le brighe che piglia nel credersi pur essere ciò che gli ha dato ad intendere la bugia. Il dimandarmi voi onde venga il desiderio de l’imparare, per cui i savi si mossero a peregrinare per i mari e per la terra di cotanto mondo, mi fa parer atto a darvene la ragione; e, parendomi quel che non è, nel darvela rimarrò ne la sciocchezza mia, nel modo che rimane ne la viltá sua il sopradetto. L’anime, create fra l’intelligenze del cielo, ne l’infondersi in quei corpi, dei quali fa elezzione la potestá che dá Iddio a la stella di ciascuna, ne portano seco del saper del lor Fattore, né si tosto si serrano ne la prigion de la carne, che partoriscono, per grado de la vita di chi l’alberga, alcuni spirti, che, per avere origine da lui, ardono continuamente nel desiderio d’intendere di quelle cose, che esse impararono dal Mastro che ha fatti dotti gli angeli; onde gli spirti ch’io dico, innamorati de l’istesso desire, hanno sommo piacere di tentare i secreti di Dio e de la natura. E cotal passione mi credo io che movesse Dedalo, Melampo, Pittagora, Omero, Museo, Platone, Democrito, Apollonio,