Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/167

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e Rafaello e fra Bastiano e Tiziano si sono attenuti al giudizio mio, perché io conosco parte degli andari antichi e moderni, e so che i miniatori tengono del disegno dei mastri da le finestre di vetro, e il far loro non è altro che una vaghezza di oltramarini, di verdi azurri, di lacche di grana e d’ori macinati, studiandosi in una fragola, in una chiocciola e simili novelluzze. Ma l’opra vostra è tutta disegno e tutta rilievo: ogni cosa è dolce, sfumata, come fusse a olio. Piace a ognuno il modo con che i bambini, posando i piedi sul capo de l’aquile, sostengono il breve, ove è di lettere maiuscole il nome de l’imperadrice, a cui le stanze ho intitolate e mandate. Onde Cesare conoscerá la maniera, poiché egli tiene l’Oflíciuolo che voi faceste per la gloriosa memoria d’Ippolito cardinale dei Medici, donato da papa Paolo, con le coperte d’oro gioiellato, a Sua Maestá, quando fu in Roma. Ma il mio dono debbe esser piú caro che non fu quello, perch’io l’ho dato con il core e altri con le mani. Ma con che sodisfarò io si leggiadra fatiga, non volendo voi danari? Io ve ne renderò inchiostro per colore e sudor per fatiga; per la qual cosa il vostro nome averá tanto piacere de la memoria ch’io ne farò, quanto io ho avuto vaghezza del lavoro che m’avete fatto. A Dio.

Di Venezia, il 23 di maggio 1537.

CXXXIV

A MESSER LIONE SCULTORE

Lo consiglia ad aver fiducia nel savio discernimento del Bembo, di cui sia incidendo la testa, e accenna a Benvenuto Celliui. Voi, figliuolo, non sareste né di Arezzo né vertuoso, non avendo lo spirto bizarro. Bisogna vedere il fin de le cose, e poi lodarle e biasimarle con il dovere. Quando sia che monsignore abbia si largamente remunerato, si può dir, la bozza del suo ritratto, dovete rallegracene, perché, sendo egli la bontá del mondo e persona di compiuto giudizio, pagará anco il conio