Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/186

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ho provato, dieci anni che ci son visso, piú contentezze che chi è stato costi, in Roma, disperazioni. E, quando la sorte m’avesse concesso lo starci insieme con voi, mi terrei felice; benché, ancorché stiamo assenti, io tengo un gran clono Tesservi amico, compare e fratello. l>i Venezia, il 15 di giugno 1537.

CXLIX

A LA SIGNORA GIOVANNA BELTRAMA

Ringrazia del dono di una gorgiera ricevuta per mezzo di Polo Bartolini. La gorghiera, madonna, fregiata a rose di perle, che per Polo, mio allievo, mi manda a donare la gentilezza del vostro animo, mi è stata si cara e mi è paruta si vaga, che l’ho inderizzata a una mia parente, acioché in Arezzo, antichissima patria mia, si divulghi la grandezza de la vostra liberalitá, come per Italia è divulgata l’eccellenza de la vostra beltade, dirò celeste, poiché si è fatta specchio de la vertú del donare, la quale ha tanta forza, che trasforma i piú brutti visi nei piú bei volti. Or pensisi quanto splendore ella acresca a una faccia graziosa e mirabile come la vostra. Io, per me, non veggo presenze che piú m’attristino di quelle che hanno gli Apolli che stringono cosi ben le mani, che non Tapririen loro le tenaglie di Vulcano. Ma egli è pur troppo smisurato il favore che hanno dai cieli le donne Beltrame. Ecco voi, che séte calamita de le lingue e degli occhi di ciascuno, ed è di marmo chi non vi loda e non vi mira. Ecco madonna Maria, madonna Girolama e madonna Livia, mia onoranda comare, che si mostrano a noi come veri splendori di valorosa e piacevole onestade. E perciò Iddio permette che viviate apresso i generosi vostri consorti felicissimamente. Onde io, che osservo i previlegi signorili che v’ha dati la natura e la sorte, mentre vi riverisco con il core, vi bascio la mano. L)i Venezia, il 16 di giugno 1537.