Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/203

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piú la conscienza che la fama, e non piú la fama che la conscienza, come fa quasi tutto il resto de la turba, che in penitenza de la sua avarizia tuttavia cornette la robba, per la quale disprezza l’anima e il corpo, a la discrezion dei venti e a la fede degli uomini, vera sicurtá de la fallacia.

Di Venezia, il 4 di luglio 1537.

CLXIII

A CESARE

Lo esorta a riconoscere duca di Firenze Cosimo dei Medici e a dargli in moglie la figlia Margherita, vedova di Alessandro dei Medici. Egli non è dubbio che gli imperadori e i re non sieno eletti da Dio; e perciò si sacrano e si adorano come figure ritratte da l’imagine che di lui si può conietturare, avendo de la sua potestá in esaudire e in consolare con la grazia e col beneficio. E chi per violenza de l’altrui forza o de l’altrui favore ascende al principato, o regna con infamia o rovina con vituperio; ma quegli, che ricevono lo scettro da la superna volontá, signoreggiano in eterno. Ecco la vostra potenza, toccando de l’impossibile, pone in seggio Alessandro contra il voler dei fati; e tanto domina quanto cotal fortuna può sostenerlo, e, mancandogli il suo aiuto, cade. Ma, se l’ombra de la Maestade Vostra l’ha potuto intertenere in signoria a onta de la sorte, non sará facile a quella il fermar Cosimo duca, essendoci il consenso e di Cristo e di Cesare? Chi negará che laelezzion divina non l’abbia locato dove non andar mai i sogni dei suoi pensieri? talché lo potiamo somigliare a David, chiamato dal gregge al regno dai volontari cenni di Dio. Egli, per essere una lampa di vertú e una mistura di bontade, mantenuta da uno spirto pellegrino, averá tuttavia la mente accesa, la voglia calda, il core ardente e l’anima fervida nei vostri servigi. Voi non fate grande una persona prava, che abbia bisogno de la signoria e de la guardia d’altri, ma uno in cui si pò sempre sperare e mai non temere, uno che P. Aretino, lettere-l. «3