Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/237

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vostre non suppliscono al mancamento de le mie. Ma scordativi di tutti tre gli uffici ch’io dico, prima che vi dimentichiate di far riverenza a monsignor Bembo in mio scambio. A Dio.

Di Venezia, il 12 di settembre 1537.

CLXXXIX

AL CARDINAL DI RAVENNA

Ringraziamenti e lodi. Il corriero di Ferrara, signor, m’ha dato, non la lettra che gli fu data che mi portasse, ma un pegno de la mia speranza e del vostro animo, il quale è si uso a dimostrarmisi liberale, ed ella si avezza a contentarsi ne le sue promesse, che, udendo dirvi come io posso ripromettermi di voi, si è vestita del piú vivo e piú bel verde che si vedesse mai. Né creda Vostra Signoria reverendissima e illustrissima che esca motto da lei, se prima la vertú de la mia veritá non afTatiga la penna e la lingua nel grande spazio dei suoi onori. E a Quella bascio le mani con il cor di vertuoso e non con la bocca di pedante.

Di Venezia, il 12 di settembre 1537.

CXC

A LA SIGNORA VERONICA GAMBARA

Invia un’imbasciata per mezzo di Battista Strozzo. Per saper io, contessa, che sete certa che piú desidero che mi comandiate che di potere ad altri comandare, sol con questa saluto voi e il signor Girolamo, non senza raccomandarmi a la grazia di tutti due, pregando la facilitá de la gentilezza de le Vostre Signorie che dieno fede a messer Battista Strozzo, il qual debbe farvi un’imbasciata, ch’io, securo del ben che mi volete, gli ho imposto. Dí Venezia, il 12 di settembre 1537.