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CXCVI

AL RE FRANCESCO PRIMO

Lo esorta covertamente a desistere dall’alleanza col Turco e a entrare nella lega del papa, dell’imperatore e della repubblica veneziana. La Maestá Vostra ha inteso la religiosa, l’ottima e la magnanima deliberazione fatta dal debito e dal costume dei religiosi, ottimi e magnanimi veneziani. Voi sapete come essi, sprezzando le lor ricchezze in Levante, i tesori che ne traevano, la perdita del sangue istesso e le inaudite offerte del Turco, hanno, insieme con Pietro e con Cesare, rivoltate le forze del mare e de la terra in servigio di Cristo. Per la qual cosa il mondo si risolve a dimandarvi qual possa piú ne l’altissimo petto vostro: o l’odio che portate ad altri, o l’amore che dovete a Dio. S’è piú forte l’odio, riguardate al titolo «cristianissimo»; ché, se non si conviene a chi si adorna del segno de l’ordin vostro il venirvi contra, non è lecito di assalir lui con il favore de le sue degnila. S’è piú grande l’amore, ecco la lega sacrosanta, che non pur vi fa luogo, ma con somma preminenza vi abbraccia. E perciò ricogliete voi medesimo in voi stesso, e pensate che Iddio, il quale vi ha dato il piú bel regno che sia, la piú generosa natura che viva, il maggior conoscimento che s’oda e la piú affabil grazia che si vegga, non merita che vi disepariate dai famigliari suoi per unirvi coi suoi aversari; onde pare a le genti che le vertú de la bontá regia sieno vinte da la perfidia de l’ostinazioni. La fortuna rompe il vetro di tutte le teste che urtano nel suo diamante. E di qui nasce che ella, nel rivolgervi ogni pensiero e ogni opra in contrario, si ride di due milioni d’oro che ha spesi la Francia per movere la crudeltá de le trecentocinquanta vele ottomane, che hanno preso Castro <*). Io vi dico, Sire, che cosi permettono i fati: (1) M a : «che ha speso la Francia per far tregua con lina donna, e di trecentocinquanta vele», ecc.