Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/249

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che vi arrichisce. Né può essere che donna non avara non sia pudica. Il bisogno e l’avarizia sono i roffiani de l’onestade altrui, e chi n’è fuori, come séte voi, non è conosciuta dal biasimo: benché piú tosto si trovarebbcro mille fenici che due femine magnanime, mercé de la viltá del sesso. Né per altro son violati da esse i solenni e buoni uffici che per cagion de l’avere. E ogni volta che per colpa di questa e di quella va in rovina la bontá e la fede, è diffetto de la miseria, anima dei principi, vita de la lussuria e nutrimento de la vecchiaia. Or, senza mai partirvene e senza mai stancarvene, seguitate l’usanza di si fatto costume: ché è meglio il dare che il recevere; perché, dando, si baratta le cose con la benivolenzia, e, rccevendo, si mercata la benivolenzia con le cose; e, per esser piú degno l’amore che l’utile, chi dá avanza e chi riceve perde. Si eh’ io lodo molto gli andamenti dei modi con i quali séte nata, onde diventante nulla nel tentar di mutargli.

Di Venezia, il 18 di settembre 1537.

CXCIX

A DON LOPE SORIA

Lodi, a proposito della lega cristianissima contro il Turco. La piú santa faccenda e la piú lodata pratica è stata conchiusa, signore, da la grave sufficienza vostra, che mai si udisse, da che l’ozio dei principi, persuaso da quella alterezza che per proprio costume arde continuo nel desiderio de la immortalitade, gli fece nascere, per piú compiacere a l’eccellenza de l’animo e per piú dilettare a l’ambizione de la gloria, ne la vaghezza de la mente i pensieri de le cose alte. Onde fu mestiero di trovare fino apresso degli imperadori e dei re chi trafficasse i cominciamenti de le lor voglie, da le quali succedono guerre, paci e leghe. Veramente voi séte degno del piú gran premio e del piú bello onore che avesse mai uomo, che riducesse a