Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/252

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CCI

AL CAVALIKR DA LEGGE

procuratore. Congratulazioni per la sua nomina a procuratore di San Marco. Se il grado, signore, che al gradito animo vostro diede Cesare in Bologna, mi rallegrò per onor del titolo e per donarvelo la Maestá Sua come degniti degna di voi, questo, che or vi ha concesso il serenissimo Senato, mi consola si per essere il piú vicino al principe, si per il testimonio che esso fa del valor grave de la gioventú vostra; onde voi con la splendida pompa de la liberalitade, con la quale ornaste la cavaleria, ornate anco la procurazia e ve le dimostrate largo di sorte, che si tocca con mano come è proprio uffizio d’uom magnifico il fare ogni cosa magnificamente. Certo, la generositá è la mascara che si cavano gli dèi incogniti ne le lor feste. Ella è la colonna de la nobiltade e lo specchio de la gloria. Da lei escono tutti gli onorati e laudati fini. Ella ha luogo in ogni parte, né bellezza alcuna è piú atta a farsi amare e adorare. I.a sua vertú s’avanza sopra le altre vertú, e, dove ella alberga, sono le grazie e i beni che si veggono alogiati ne le grandezze de la cortesia, di cui notrite le eccellenze de la vita. Si che conservativi ne Tesser che ella vi tiene, e sarete osservato da la riverenza in cui ella è tenuta, e con la quale io riverisco le magnifiche qualitá di Iacopo Cornaro, di Andrea Capello e di Giulio Contarino. Somma felicitá è stata al mio affetto la elezzione di tali illustri senatori; ché, se ben son servo di tutti gli altri gentiluomini, l’amica dimestichezza, che tien con questi la servitú mia, ha particolar letizia degli accrescimenti loro. E Dio sa quando e come io potrò mai assicurare la infinitá degli oblighi, nei quali la gentilezza de l’ottimo messer Iacopo sudetto m’ha posto! E, se niente manca, il peso dei piaceri ricevuti da la bontá vostra mi fa venir meno pur a pensare al