Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/266

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e in qual maniera sieno miracolosi, io, che per ciò mi sento trasformato in voi, lo dimostro. Or io do in premio al vostro sempre avermi, col senno, con la persona e con la facultade, e guardato e accompagnato e soccorso, la consolazione de le mie felicitá, la causa de le quali ora vi trae tante lagrime dagli occhi con le sue dolcezze, quante ve ne trassero giá le mie avversitá con le lor compassioni.

Di Venezia, il 25 di ottobre 1537.

CCXIV

A MESSER DOMENICO BOLAN

1 Descrive entusiasticamente la casa, che il Bolani gli ha data in fitto. Egli, onorando gentiluomo, mi parrebbe peccare ne l’ingratitudine, se io non pagassi con le lodi una parte di quel che son tenuto a la divinitá del sito, dove è fondata la vostra casa, la quale abito con sommo piacere de la mia vita, percioché ella è posta in luogo che né ’1 piú giuso, né M piú suso, né ’l piú qua, né ’l piú lá ci trova menda. Onde temo, entrando nei suoi meriti. come si teme a entrare in quegli de l’imperadore. Certo, chi la fabricò le diede la preminenza del piú degno lato ch’abbia il Canal grande. E, per esser egli il patriarca d’ogni altro rio, e Vinezia la papessa d’ogni altra cittade, posso dir con veritá ch’io godo de la piú bella strada e de la piú gioconda veduta del mondo, lo non mi faccio mai a le finestre, ch’io non vegga mille persone e altretante gondole su l’ora dei mercatanti. Le piazze del mio occhio deritto sono le Beccarie e la Pescaria; e il campo del mancino, il Ponte e il Fondaco dei tedeschi; a rincontro di tutti due ho il Rialto, calcato d’uomini da faccende. Hocci le vigne nei burchi, le cacce e l’ucccllagioni ne le botteghe, gli orti ne lo spazzo. Né mi curo di veder rivi che irrighino prati, quando a l’alba miro l’acqua coperta d’ogni ragion di cosa che si trova ne le sue stagioni. E bel trastullo, mentre i conduttori de la gran copia dei frutti e de l’erbe le