Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/275

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che del regno del paradiso, spargendo con piú lealtá il sangue per gli uomini che le lagrime per Iddio, e ne lo sperar de la laude o del guadagno reputano la morte vita, impaurendo poi fin de l’ombra, che si vede nel servire al Redentor nostro. E perciò i dominatori d’ogni clima non portár mai diadema, che splendesse come splende quello che folgora nel capo di colui che ha saputo sottometter se stesso, peroché la difficultá de la fortezza e de la prudenzia sta in far ciò e non in debellar gli imperi. E, se cosi è, che carro, e che ghirlanda si debbe a la giusta bontá vostra, poiché ella, che sempre tiene la conscienzia in publico, né mai fugge il conoscimento de l’errore, anzi, avendo tuttavia guerra coi vizi e pace con le vertu, ha fatta prigione se medesima di se propria? O donna eletta, voi sola sapete vivere a la mensa celeste, cibandovi di vivande cotte dal fervore al fuoco de la caritá, la quale nel saldo vostro petto trova tutti gli alberghi dei suoi diletti, casti, soavi, dolci, netti, sacri e santi. E, perché i suoi veraci desidèri non sanno udir altro che le parole di Dio ascose dentro al seno de le Scritture, avete cambiato lezzionc, e, trasformando i libri poetici nei volumi profetici, studiate Cristo, Paolo, Agostino, Girolamo e l’altre squille de la religione. Onde, lieta per l’utile memoria che lasciate qua giuso e per la patria eterna procacciatavi lá suso, avete compassione, essendo tale, a chi è altrimenti, solo per conoscer voi (che séte ristretta nei paterni costumi e adorna de le materne grazie) che tutto il mortale non è pur breve e poco, ma comune agli animali ancora; e, schifa dei doni che ubbidiscono a la fortuna e al tempo, procacciate per l’anima perpetua cose sempiterne, sodisfacendo a Dio, che sempre fu, e a lei, che sempre sará. Ma sarien pur eccellenti le magnificenzie terrestri, se i principi, che ne son monarchi, ci ponessero inanzi una norma di ben vivere come ci avete posto voi.

Di Venezia, il 5 di novembre 1537.