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AL CAVALIEROTTO FONTANELLA

Discorre dei suoi amori passati e presenti, e ritiene che quelli di lussuria sieno peccatucci, che non meritano grande pena. Io, fratello, mi credeva, per aver letto la predica che mi mandaste da Milano, quando la Satraparia Vostra mi giltò in occhio, con il favore de le robe che mi donò il conte Massimiano, non so che baie del duca, che mi erano scappate de la penna, che voi foste diventato uomo di consiglio e di gravitá; e tanto piu il credetti, quanto piú intendeva che governavate fino ai sogni di Sua Eccellenza. Ma voi mi cavaste d’errore, tosto che giugneste qui con Ferrara. Può fare Iddio che aviate quei pensieri, quei discorsi e quelle chiacchiere, di che eravate magazzino, quando, stando col signor Giovanni de’ Medici a Reggio, mi trovaste sotto il portico di madonna Paola, a sette ore di notte, su la mia chinea, martorizzato e lapidato d’amore? Io mi maraviglio che i peli canuti e la fronte crespa non vi faccino talvolta un rebufTctto circa ciò. Ben abbia il conte Gianfrancesco Buschctli, tesorier dei secreti di Cupido, poiché si rincricca nel decoro de l’etá grave! Qosi il nostro cavalier Dal Forno! Ma voi non pur séte qual baione ch’io vi lasciai, ma fate ritornar gli altri peggio che non gli lasciaste; e ciò si vede in me, che, subito clic vi viddi, mi trasformai ne lo stato che mi tenea la Laura, quando, di bel mezzo agosto, ne la cocina di madonna Camilla b), arso dal fuoco che coceva gli arosti, litigava uno sguardo. Voi non partiste si tosto, ch’io, per vertú de le vostre spcnsicraggini (*> mi inamoracchiai; e le pazzie, ch’io ho latte, Dio vel dica! E pur tengo qualche poco di pratica negli inamoramenti, ancorché (1) «Di madonna Camilla» fu soppresso in A/ a . (2) «Per vertú de le vostre spensieraggiui» fu parimente «oppresso in A/*.