Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/374

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CCXCVII

A MESSER GIANFRANCESCO POCOPANNO

Ringrazia del dono di eccellenti pere. I frutti del vostro ingegno c del vostro orto mi sono stati si soave cibo a l’intelletto e al gusto, che altro tale non ho provato fin qui. Certamente, il sonetto è dolce, ma le pere (salvo la grazia «le le bergamotte e de le «^rovelle) trapassano il segno d’ogni sapore e di ogni sugo. Egli è qualche giorno che non ricevei «lono si grazioso né che piú mi dilettassi; onde, per memoria de l’arbore che gli ha produtti e per ricordanza di voi che me gli avete mandati, vo’ dire che, se la ricca Brescia non avess<‘ mai altro di bello né di gentile che cosi fatte cose, sono atte a darle il nome di famosa.

Di Venezia, il 15 di deceinbre 1537.

CCXCVIII

A MESSER IACOPO GIGLI

Gode che la Cortigiana sia stata recitata a Bologna. Dal Cardinal dei Caddi, pur troppo gran testimonio, ho inteso, figliuolo, come la prima settimana di quaresima la mia Cortigiana è suta recitata costi ; cosa che mi parve strana, per esser Bologna ancilla dei preti e la comedia banditrice dei lor portamenti. E, perch’io mi indovino che il farmisi di cotanto onore è derivato dal conto che fate de le mie cose, ve ne son tenuto, perché non si poteva rappresentare in cittá di piú giudizio né di piú gentilezza, né che piú avesse in pratica la natura prelatesca. Ardisco dire che, se il legno d’india conoscesse gli andari del mal francioso come ella intende il procedere «lei reverendissimi, ognun potria scoccarla al putanesimo senza