Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/381

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dolci in fatti cosi amari: dirò ben che sappiate, ne la perdita di madonna Laura, per mezzo de la prudcnzia guadagnar voi stesso, perché il duolo è un traditore occulto, il quale stilla per il lambicco dei guai la lena e i polsi de la vita. Perciò, mentre le lagrime vi chiudono gli occhi de la fronte, recatevi dinanzi a quei de la mente la memoria sua, e, formandone con la mano del pensieri una statua che la simigli, ogni volta che ve ne sovviene, ricorrete a contemplare cotale imagine, se volete riavere i suoi risi, la sua favella e le sue dolcezze con la propria grazia e nc l’istessa maniera, che vi mostrò finché castamente e onoratamente ci visse. E, quando sia che si asciughi il pianto che vi esce de le viscere per si gran danno, vagheggiatela ne la sembianza, ne la vertè e nei costumi dei bellissimi figliuoli, che con il favor di Dio ha partoriti del vostro seme; e cosi racquistarete la consolazion perduta.

Di Venezia, il 17 di decembre 1537.

CCCV

AL BEMBO

Richiama la lettera lxxxix, e discorre di Antonio Lapini. Quando io. non sapendo per chi, vi pregava, né contra chi tornavano i miei prieghi, udii da Lamico, che mi vi fece scrivere, come non si poteva impetrar grazia di far medicare in prigione un ferito a morte, mi fúr poste le lagrime fino in sugli occhi da la naturai compassione. Ma, tosto ch’io mi viddi messer Anton Lapini in casa, ricordandomi ciò che di lui mi avisaste, mi sentii avampato tutto il volto da la vergogna, né mi potei tenere di non iscusar con la bontá sua l’ignoranzia mia. Credanosi, ch’ora piú odio io chi l’ha offeso, che egli forse non fa <0. E da qui inanzi, perché i benivoli di Vostra Signoria mi son padroni ( 1 ) Questo periodi» tu soppresso in A/“.