Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/399

Da Wikisource.

vi faccio, con quel core ch’io ve l’aprescnto, e, in premio di ciò, fate riverenza a don Pedro di Toledo, marchese di Villafranca e veceré di Napoli, in mio nome.

CCCXVIII

AL CARDINALE DI TRENTO

Dedica della Cortigiana. Dei miracoli, signore, che fa la bontá d’iddio sono testimoni i voli che si gli porgono; di quegli, che escono del valor degli uomini, fanno fede le statue che si gli consacrano; e de l’amore, clic la cortesia dei principi porta ai buoni ingegni, siamo certi per l’opre che si gli intitolano, come ora io intitolo a voi la Cortigiana. La quale vi debbe esser cara, si perché il mondo si chiarirá dei vostri meriti, onorandovi io sendo voi e cardinale e signore, si perché, leggendo in essa parte de la vita de le corti e dei signori, andrete altèro di voi stesso, per esser tutto lontano dai costumi loro, onde goderete di vedervi differente dai vostri pari ne la maniera che gode una fanciulla, mentre scherza con una saracina, de la brutta disgrazia che ella move in ciascuno atto, talché essa in ogni suo movimento appare piú bella e piú graziosa. E cosi tanti gentiluomini che vi serveno, tanti vcrtuosi che vi celebrano e tanti cavalieri che vi corteggiano, finiranno di conoscere, udendo gli altrui andari, di che qualitá sia l’uomo che essi adorano; non altrimenti che vi abbia finito di conoscere il diabolico Lutero, contra la malvagitá del quale tutta la fede cristiana, che vive sotto il re dei romani, s’ha fatto scudo con la vostra bontá, il cui consiglio in ciascuna reale azzione fa sempre quel ch’altri non sapria far né dire. E, si come voi non potevate insignorirvi de la grazia di miglior re di Ferdinando, cosi la Sua Maestá non poteva dar se stesso in preda a miglior ministro del gran reverendissimo di Trento. Ma, se ben séte tale, non debbo io sperare che con larga mano prendiate il dono, che a si alto personaggio porgo io, che si bassa persona sono?