Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/404

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l’abisso; ma Iosué, per la certa fidanza che aveva nel suo Fattore, con parole semplici come la puritá del cor suo, arrestò il corso del sole, domando e calcando la superbia dei pravi. Per i vestigi dei quali essendo ognora caminato il vero amico di Cristo, Carlo cesare augusto, si è fatto tale, che Iddio, per dar luogo al suo merito, allarga il mondo. E chi vuol vedere la felicitá, in cui Gicsú pone i suoi servi, volgasi al giustissimo Francesco Sforza, il quale, sbigotiti i suoi avversari, col timore che egli ebbe sempre di lui, è stato riposto come legilimo erede di Milano nel regno dei suoi antiqui padri miracolosamente. E viva e regni in eterno, ché d’altro non hanno bisogno le mendiche vertuti, le quali nodrisce l’immensa liberalitá di Massimiano Stampa, a la cui larga gentilezza, o belli ingegni, o nobili intelletti, o pelegrini spirti, consacrate perpetua statua ne le vostre famose carte; ché, se gli inchiostri miei potranno mai tanto, farò vivere il nome suo al par di tutti i secoli, poiché egli solo ripara a le fami di Marte e di Pallade, ne la guisa che ripara rattissima Maestá del gran sire di Francia e l’EccelIenzia del divo Leva, nel senno del quale ha imparato la moderna milizia a trionfare con quella reverenda religione che trionfò Africano. E perciò io lo veggio por da parte le grandissime faconde sue, e, leggendo le cose che David nel conspetto d’Iddio cantò e pianse, andare altèro di se stesso, per aver sempre calcato le dritte strade senza iniquitade e senza inganno. Veggiolo ancora, tutto acceso di cristiano zelo, rimirar me, che godo nel vedere la sacra Vittoria Colonna fervidamente considerare, insieme col mirabile Alfonso D’Aulos, le sante parole di questa mia devota fatica, la quale sará continua orazione de la spiritale Veronica Gambara, de l’onorato Gianbattista Castaldo e del cortese cavalier Cicogna. E mi colmo tutto di gioia mentre riguardo il buon don Lope Soria, degnamente amato da Cesare e riverito dal mondo, che, nel far testimonio del caldo animo mio in adorare i ministri de la Chiesa onnipotente, moverá con tanto affetto la bontá di Loreno, di Trento, di Medici, di Santacroce e di Bari, suoi lumi maggiori, che, spiegati cotali Salmi, mi faranno grato a Paulo terzo,