Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/95

Da Wikisource.

LXXII

AL DUCA DI FIORENZA

Coglie l’occasione del riconoscimento dato da Carlo V ad Alessandro dei Medici e delle sue nozze di questi con Margherita, figlia naturale dell’imperatore, per lodarlo. Io non ho scritto prima a Vostra Eccellenza, pronosticando ai popoli che l’ubidiscono e a le genti che l’ubidiranno il salutifero avvenimento di Quella, perché i cori erano si indurati in voler che voi non foste tale, che ogni veritá, che io avessi dei suoi miracolosi successi predetta, mi saria stata attribuita a una bugiarda adulazione, perché i giudizi, per dritti che sieno, tosto che la passion gli preme, non antiveggono punto dei fini de le cose. Ma ora che son compiti tutti i dubbiosi misteri de le vostre felicitá e ciascuna difficultade che ha saputo imaginarsi l’invidia, confessandosi che il vostro merito ha trovata tanta grazia appresso Cesare quanta Cesare appresso a Dio, onde si è adempita la santa congiunzione del matrimonio fra voi e la sua altissima figliuola, vi scrivo, e, scrivendovi, saluto il buono e gran medico mandato da Cristo ai toscani, accioché la sua celeste providenza gli sani tutti gli umani morbi. La moltitudine de le vertú, che dentro al bel vostro animo simigliano angeli nei lor cori, ha composto la medicina, per cui le dure complessioni, digestendo gli odii, si acqueteranno ne la pace vostra, nettandosi ciascun petto de la ruggine sua. La giustizia, conosciuta mercé vostra, purgará gli umori e radolcirá l’amaro de l’intenzioni; né sotto le vostre leggi è per vivere inganno: e perciò il cielo vi ha eletto volontariamente dove séte. O mirabile giovane, i vostri si, che si possono chiamar doni di Iddio e favori di fortuna. Ma a chi debbono mostrarsi larghi, se non si mostrano a voi? che, per essere pio e giusto, vi conservarete in perpetua monarchia, avanzando di liberalitá e di equitá tutti quegli che avanzate di grado e d’onori. Veramente voi vincete