Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/127

Da Wikisource.

molto candidi e molto sciolti i concetti che vi ha fatto exprimere la natura, l’amore e lo studio ne le rime mandatemi, e sono degni d’assai lodi i madricali incatenati da la vivezza dei loro begli spiriti. E me ne rallegro meco medesimo, perché, amandovi come me stesso, mi pare ornarmi degli onori propri, sentendo i vostri. Benché il sommo de la vostra vera gloria è la stima che ne ha fatto il glorioso Bembo, la bontá del quale ringrazia la cortesia del vostro scrivere. Ma io le ne resto obligato.

Di Vinezia, il 16 di marzo 1539.

CDXXX

A MESSER GIUSTINIANO NELLI

Felice d’aver rivisto i caratteri dell’amico, gli invia il Genesi e il capitolo per la morte del duca d’Urbino. Che predicatore e che uomo è Bernardino Ochino! Voi, o fratei caro, mercé del gentile e de lo amorevole che vi suministra il petto, non solo a me, che vi amo e osservo, potreste mancare di visitar con lettre e di offerir con imbasciate, ma a qualunche persona avesse o veduta in presenza o conosciuta per fama. Si che non mi maraviglio se, ne le occasioni che vengano di potermi scrivere, mi scriviate. Si può domandarne lo apportatore de ’ le vostre, se, nel pigliarle, senza altro saperne, dissi : — Queste sono del mio socio messer tale. — Ma egli mi si potrebbe rispondere: — Poca manifattura andava ne lo indovinarsene, sapendo tu che elle venivano da Siena. — Io sospirai, leggendoci la deliberazione vostra circa il venir qui, disturbato da la maligna fortuna del duca d’Urbino, riputazione de l’umana generazione. Gli accidenti de la sua infermitá mortale aveano bisogno dei rimedi de la fisica virtú del Nelli. Egli solo era atto a riparare a la violenza, che